mercoledì 2 ottobre 2019

Ridurre il numero dei parlamentari ? Anche no grazie


L'ultima ossessione del M5S è quella della riforma costituzionale che ridurrebbe il numero dei parlamentari di 345 unità, portando i deputati da 630 a 400 ed i senatori da 315 a 200. L'ennesima riforma che tende piuttosto a ridurre la democrazia nel paese. Il primo ha tentare questo taglio di potere democratico dei cittadini è stato Silvio Berlusconi, con la riforma costituzionale più azzardata quella che oltre tagliare il numero dei parlamentari, assegnava pieni poteri al presidente del consiglio eletto direttamente dai cittadini. La riforma è stata bocciata dal referendum costituzionale. Ci ha riprovato Matteo Renzi ammorbidendo la pillola ma procedendo nella stessa direzione, meno democrazia più potere al governo ed alla politica. La sua riforma cancellava l'elezione del Senato eletto direttamente dai partiti, riduceva anche lui il numero dei parlamentari e cancellava altri organi democratici. Anche questa riforma è stata rispedita al mittente. E per seguire la regola del non c'è due senza tre ecco ora che anche il Movimento 5 Stelle ci prova nel nome della riduzione della spesa e dell'aumento dell'efficienza. In realtà il Movimento da sempre antidemocratico per ammissione diretta dei suoi padroni, i Casaleggio prima padre e poi il figlio, che prevedono addirittura la cancellazione del parlamento stesso. Il taglio dei parlamentari proposto in realtà è un taglio poderoso alla democrazia ed alla rappresentatività del parlamento in quanto, se la riforma passerà, di fatto si procederà ad un taglio netto di tutte quelle formazioni che non arrivino almeno al 10%. Il grillini si fanno belli con il risparmio che si otterrà dal taglio dei parlamentari: ben 500 milioni che si riducono a 285 milioni se si considera il minor gettito fiscale, più o meno lo 0,007% della spesa pubblica, un bel risparmio non c'è che dire. L'altro tema è quello dell'efficienza come se non si fosse dimostrato nel tempo che quando il parlamento vuole le leggi si fanno in tempi celeri (8 giorni per la manovra correttiva del 2011 e 20 per il lodo Alfano), quando il parlamento non vuole trascorrono decenni (vedi legge sul fine vita a seguito del caso Englaro). Altro tema è il rapporto con gli altri paesi europei in termini di rappresentanza rispetto al numero dei cittadini: bene con questa riforma occuperemmo tranquillamente l'ultimo posto e cioè il nostro parlamento diventerebbe il meno rappresentativo.
In conclusione anche questa riforma avrebbe un unico obiettivo: portare a termina un drastico taglio alla democrazia, avere un parlamento più manovrabile e controllabile dai capi partito e soprattutto dal governo. Altro che democrazia diretta.

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