giovedì 30 giugno 2016

Cialtroneria politica


Le elezioni amministrative, che non dovevano essere un test nazionale, stanno invece modificando la strategia politica dei vari partiti e movimenti. Il Pd avverte i primi scricchiolii di un'azione politica tutt'altro che di sinistra come vorrebbe la storia di questo partito, il M5S da parte sua vede giorno dopo giorno avvicinarsi il traguardo del governo nazionale, il centro destra sempre più orfano del suo padre-padrone l'ex cavaliere Berlusconi non trova la strada per una strategia comune da presentare al paese, i vari partitelli e partitucoli sotto le due cifre vedono avvicinarsi l'ora della scomparsa definitiva. Ecco allora che tutti o quasi tentano di ricorrere ai ripari andando all'attacco, più o meno velato, di quella legge che potrebbe decretare la fine di alcuni, l'insuccesso di altri e il successo di uno solo: la legge elettorale dell'Italicum. E su questa battaglia tutti più o meno dimostrano di essere nel bene e nel male ancorati alla vecchia politica che comunque, a dispetto delle varie repubbliche, è sempre attuale. Il Partito Democratico, che con le amministrative ha preso diverse bastonate anche ai ballottaggi del secondo turno, silenziosamente è pronto a rimettere in discussione quella legge che fino ad ieri non si poteva più discutere. Cialtroneria politica. Il Movimento 5 stelle punta i piedi per qualsiasi ritocco all'Italicum che invece potrebbe decretare il successo del movimento alle prossime elezioni politiche. Cialtroneria politica. Il centro destra, da sempre sfavorevole ad una legge che lo vedrebbe inesorabilmente sconfitto, si presta al gioco della revisione dell'Italicum. Cialtroneria politica. I partitelli stampella di Renzi, guidati da Alfano, minacciano addirittura la crisi di governo se non si cambierà la legge elettorale che li vedrebbe inserabilmente condannati all'estinzione. Cialtroneria politica. Ora la domanda è: sebbene il M5S accusi di cialtroneria il Pd, chi si potrebbe aggiudicare la palma del partito più cialtrone ? Sarebbe un'impresa ardua stilare questa graduatoria. Tutti i partiti non fanno altro che tirare l'acqua al proprio mulino cercando di modificare la legge elettorale a proprio vatnaggio e a seconda del consenso popolare del momento, in questo caso decretato dalle recenti amministrative, ma nessuno che lanci un progetto di legge sul quale improntare una discussione aperta e costruttiva per stabilire un modello di legge adeguato per garantire la rappresentatività. Questo sarebbe l'obiettivo verso il quale ogni formazione politica dovrebbe guardare e capire che le modifiche che vanno a vantaggio di uno o dell'altro schieramento non sono altro che uno dei tanti motivi della perdita di credibilità dei partiti stessi. Il problema del panorama politico italiano rimane uno solo, che non è sicuramente la legge elettorale che rappresenta solo uno strumento tecnico per suddividere i seggi parlamentari, quanto piuttosto l'inadeguatezza dei partiti e movimenti attuali a rispondere alle esigenze del paese reale e delle richieste dei cittadini: lavoro, equità sociale, stato efficiente. Se i partiti e la politica non cambierà rotta, qualunque sia la legge elettorale non si riuscirà mai a fermare la piaga della democrazia italiana: l'astensionismo.

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