giovedì 2 giugno 2016

La riforma della costituzione articolo per articolo: Art. 57 - Elezione e composizione del Senato


Ecco un articolo fra i più controversi: quello relativo alla composizione ma soprattutto alla elezione del nuovo Senato. Un articolo che fa del Senato un ramo del parlamento di dopolavoristi e che soprattutto toglie il voto ai cittadini per l'elezione di una istituzione che, già dal precedente articolo, non è così secondaria come Renzi-Boschi-Verdini intendono far sembrare.
L'art. 57 nella attuale costituzione recita:

Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero.
Il numero dei senatori elettivi è di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero.
Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d'Aosta uno.
La ripartizione dei seggi tra le Regioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta dall'ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

Il Senato è composto da trecentoquindici senatori eletti dai cittadini su base regionale, quindi rappresenta già un ramo del parlamento che rappresenta il territorio e la ripartizione dei seggi tra le Regioni è su base proporzionale.
Lo stesso articolo è così trasformato della riforma Renzi-Boschi-Verdini

Il Senato della Repubblica è composto da novantacinque senatori rappresentativi delle istituzioni territoriali e da cinque senatori che possono essere nominati dal Presidente della Repubblica.
I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori.
Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a due; ciascuna delle Province autonome di Trento e di Bolzano ne ha due.
La ripartizione dei seggi tra le Regioni si effettua, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, in proporzione alla loro popolazione, quale risulta dall'ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.
La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge di cui al sesto comma.
Con legge approvata da entrambe le Camere sono regolate le modalità di attribuzione dei seggi e di elezione dei membri del Senato della Repubblica tra i consiglieri e i sindaci, nonché quelle per la loro sostituzione, in caso di cessazione dalla carica elettiva regionale o locale. I seggi sono attribuiti in ragione dei voti espressi e della composizione di ciascun Consiglio

Primo punto: il numero dei senatori è ridotto di circa un terzo, ma solo i senatori e quindi è falso quello che va blaterando il presidente del consiglio che il numero dei politici è ridotto di un terzo. Ma veniamo al punto più controverso: i senatori sono eletti dai consigli regionali e dai consigli delle province autonome di Trento e Bolzano fra i propri componenti. Quindi il primo punto è che i cittadini non eleggeranno più i senatori che, fatto altrettanto grave, saranno eletti dai consigli regionali e provinciali (Trento e Bolzano) fra i propri componenti, quindi di fatto si avranno dei senatori che svolgeranno un doppio ruolo: quello di consiglieri regionali e provinciali e quello appunto di senatori. Ora come un senatore potrà svolgere seriamente questo doppio incarico è tutto da scoprire. Ma non basta: la composizione del senato potrà variare in corso di legislatura qualura una o più regioni vadano alle elezioni anticipate per una eventuale crisi regionale. Altro elemento di confusione è stato introdotto per placare le critiche della minoranza del Pd proprio sulla elettività dei senatori con questo comma: La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi. Una frase ambigua e che non dice assolutamente niente e questa ambiguità in una Costituzione che dovrebbe esprimere concetti e regole precise è veramente deleteria. Un pastrocchio per evitare un voto le cui motivazioni sono abbastanza oscure e non sono state spiegate chiaramente dal trio che ha formulato la nuova costituzione, soprattutto tenendo conto del fatto che il Senato, come si potrà verificare nei prossimi articoli, non è de tutto secondario come si vuol far credere.
Altra bufala che sottende a questo articolo è la riduzioe dei costi della politica. Si è vero i senatori non saranno retribuiti (anche se sarà tutto da verificare chi pagherà le spese di trasferta e soggiorno di questi dopolavoristi della politica italiana) ma la struttura, il Senato, rimarrà in piedi nè più né meno come prima e il risparmio saraà veramente insignificante.




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