venerdì 10 giugno 2016

Che sia un SI che sia un NO ... l'affare c'è


Ormai la politica italiana ci ha regalato di tutto o il peggio di tutto: non esiste più un dibattito politico dove non si trascorra più tempo a denigrare fino all'offesa l'avversario che ha illustrare i propri principi ed i propri programmi. Purtroppo questo avviene anche su argomenti delicati e importanti che segneranno la storia futura del paese come per esempio la riforma costituzionale. I fautori del Si più che spiegare le motivazione che stanno alla base del loro parere favorevole alla riforma Renzi-Boschi-Verdini si impegnano a trattare da conservatori, gufi, e contrari allo sviluppo del paese. E questo impegno è maggiore proprio da parte sia del capo del governo e della sua assistente ma anche i giornalisti non sono da meno, tutti o quasi schierati a distribuire falsità sugli effetti della presunta riforma. I fautori del No fino ad oggi si sono limitati a controbattere respingendo le accuse ma anche in questo caso senza entrare nel merito e senza fare per esempio proposte alternative. Uno dei maggiori oppositori alla nuova costituzione è da sempre il Fatto Quotidiano guidato in questa campagna dal suo direttore Marco Travaglio. Ma ora Travaglio inizia a fare sul serio e addirittura organizza uno "spettacolo" per spiegare le ragioni del No al referendum alla modica cifra di ... 50 euro. Alla faccia del bicarbonato di sodio, direbbe il celebre Totò, hai capito il bravo e coerente giornalista che affare si è inventato. Una domanda sorge spontanea: il suo No è un No convinto o un NO costruito per raccimolare qualche euro ? Certo lui è un giornalista e non un politico e quindi niente di illecito o di moralmente poco adeguato, ma certamente un'iniziativa discutibile che dimostra ampiamente che siamo un paese nel quale gli ideali, i principi, le proprie convinzioni diventano una merce di scambio o un'opportunità per "raccattare" denari. Nemmeno la costituzione si salva da questo mercato.

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