mercoledì 8 giugno 2016

La parte più divertente di ogni tornata elettorale è l'analisi politica dei contendenti


Sono ormai trascorsi circa 25 anni da quando siamo entrati nella così detta seconda repubblica, ma ogni volta che c'è un turno elettorale di qualsiasi genere, l'analisi del voto è sempre uguale come 40 anni fa quando i partiti erano solo 5 o 6 e nessuno perdeva mentre tutti vincevano. Oggi c'è qualche remora ha dichiararsi vincitori da parte dei perdenti, ma la fantasia è sicuramente aumentata nel commentare il risultato elettorale. Commenti che si potrebbero definire totalmente disgiunti dal risultato reale che i numeri ci consegnano. Insomma dopo Berlusconi che non si definiva un politico ma lo diventava quando commentava i risultati elettorali, siamo arrivati a Renzi, Grillo, Salvini tutti contro la cosidetta vecchia politica finendo immancabilmente per interpretarla in perfetto stile prima repubblica. Anche questo giro di elezioni amministraive non è sfuggito alla regola dell'analisi virtuale del voto. Intendiamoci con le elezioni comunali il vero risultato lo si avrà dopo i ballottaggi e, salvo casi eccezionali come quello di Napoi dove il Pd crolla grazie all'appoggio verdiniano ed alle primarie comprate, tutto quello che si dice o si scrive oggi fra quindici giorni potrebbe essere clamorosamente smentito. Immaginiamo che al ballottaggio tutti i candidati del Pd escano vincitori .... immaginiamo che cosa possa uscire dalle bocce e dai tweet di questa gente. Va beh intanto prendiamola a ridere (se ancora ne siamo capaci) su varie chicche ascoltate in questi giorni.
Renzi dichiara di non aver vinto, di non essere contento, di avere un problema nel Pd napoletano (solo in quello ?), ma poi si lascia sfuggire la frase che il Pd è "quasi" ovunque oltre il 40%. E' quel quasi ovunque che rappresenta una perla politica, provate a smentirlo. Mi ricorda quando una volta una ragazza mi chiese quanto pesavo, ed io, che mi vedevo un pò grassottello, risposi "quasi 80" ma in realtà ero 90 kg. Le analisi degli altri esponenti del Pd si limitano a criticare il risultato del M5S piuttosto che il loro, irridendo i grillini per quello che loro considerano un successo. Altra perla da incorniciare è quella di Orfini che giudica inadeguati i 5S a guidare Roma a causa della loro incompetenza in confronto a quella dei candidati del Pd. Ora dopo la vicenda Marino parlare di competenza dei candidati del Partito Democratico è semplicemente una battuta degna di Crozza.
Grillo fa anche lui la sua parte scrivendo che ora "Cambia tutto" senza specificare cosa cambia e perché dovrebbe cambiare. Il loro è quasi certamente un successo anche se in termini di voti perdono anche loro come tutti, ma questo aspetto non lo tocca nessuno perché l'astensione meglio ormai considerarla un fatto endemico sul quale non ci si può far niente. 
Salvini si autodefinisce il primo partito ovunque, poi con qualche secondo di ritardo specifica, nel centro destra anche se poi la reltà è un'altra considerato che a Milano per esempio Forza Italia ha doppiato la Lega.
Ultima nota per Fassina che dopo l'ennesima figuraccia di un partito che nel suo nome ha il termine sinistra, dichiara che farà il consigliere comunale a Roma senza dimettersi da deputato in quanto le due cariche non sono incompatibil. Ora per uno che ha lasciato il Partito Democratico perché in contrasto anche con riforma costituzionale che prevede un senato composto da senzatori con doppio incarico (consigliere regionale o sindaco con senatore) questa è una dimostrazione "lapalissiana" di coerenza.

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