martedì 7 luglio 2015

La strana ammucchiata ....


Per la politica italiana ogni evento, sebbene drammatico, è una buona occasione per mettersi in mostra e cercare di ottenere consensi come se ci si trovasse in una specie di campagna elettorale permanente. Il referendum greco di domenica scorsa ne è stato un altro classico esempio, fornendo un'immagine desolante e squallida del panorama politico italiano. Mentre da una parte il governo italiano, o meglio il presidente del consiglio Matteo Renzi, dava l'ennesima rappresentazione della sua inaffidabilità in seguito al voltafaccia nei confronti di Tsipras, il resto del mondo politico italiano si presentava ad Atene per "festeggiare" la vittoria del NO. Festeggiavano tutti: dalla destra della Meloni e di Salvini, alla sinistra di Vendola e Fassino passando per Brunetta di Forza Italia senza naturalmente tralasciare Grillo ed il Movimento 5 stelle. Ora è vero che in questi ultimi tempi tentanto di conviverci, ed in molti ci cascano e ci credono, che non esiste più destra e sinistra, che quello che conta è ciò che si fa per il paese, ma una tale ammucchiata che partendo da presonaggi di stampo fascista e razzista arriva alla estrema sinistra senza tralasciare niente al centro, non si era mai vista in maniera così esplicita nel nostro paese. Naturalmente ognuno aveva la propria interpretazione del referendum, nessuna delle quali coincidenti non solo con l'intento del premier greco ma nemmeno con quanto i greci pensavano di andare a votare. Intepretazioni che in seguito sono state rivelate da dicharazioni e dai soliti tweet una volta che la vittoria dei No è stata certa. La palma del più ridicolo va sicuramente a Brunetta che ha lanciato a Renzi lo slogan "Stai sereno" addirittura scrivendolo in greco. Insomma si è arrivato al delirio assoluto senza naturalmente tentare un minimo di analisi seria ma soprattutto senza "capire" o far finta di capire che tutti stavano dando un significato fasullo sia al referendum che al suo risultato. Ieri, il giorno dopo il referendum "storico", ed oggi si è avuta l'esatta dimensione di un referendum che sembra più una presa in giro per il popolo greco ormai stremato che un modo per controbattere le politiche "suicide" dell'europa per salvare il peggior paese dell'area euro in termini di bilanci. Ieri si è dimesso il ministro dell'economia Varoufakis dopo le sue promesse di dimissioni in caso di vittoria del Si, oggi Tsipras non presenta alcun piano di ristrutturazione del debito ma chiede semplicemente altri 7 miliardi all'europa per tirare avanti. La questione greca è molto seria ma il modo con il quale viene affrontata è approssimativo da parte di tutti: da una parte l'europa che ha chiesto e continua a  chiedere sacrifici insostenibili alla popolazione greca, dall'altra parte gli speculatori politici che denunciano le politiche di austerity dell'europa ma si riempiono la bocca di belle parole prive di progetti reali e concreti per uscire da una crisi senza un massacro di massa delle fasce più deboli dei cittadini.

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