venerdì 10 luglio 2015

Dalle ferie dei magistrati alla carta igienica nelle scuole ... le grandi riforme di Renzi


La riforma della scuola del governo Renzi è stata perfettamente sintetizzata dall'intervento della deputata del Pd, Simona Malpezzi, che sottolineato come con questa ennesima riforma finalmente per la scuola ci saranno i fondi per acquistare la carta igienica. Si è dimenticata solo un passaggio per concludere il suo ragionamento: sempre che il preside decida di spendere i fondi per la carta igienica. Niente di strano, la linea del presidente del consiglio Renzi prosegue dopo che la riforma della giustizia è stata incentrata, dal punto di vista comunicativo, sulle ferie dei magistrati. Siamo quindi al cospetto di un'ennesima controriforma di un'istituzione fondamentale per uno stato democratico come la scuola. Non ci sarebbe niente di strano considerando che tutti i governo della repubblica italiana bene o male si sono cimentati nella "riforma" della scuola, l'aspetto discutibile sta nell'ennesima riforma di un governo che si definisce di centro sinistra ma che in realtà da tutti i suoi atti e provvedimenti scaturisce un'anima profondamente di destra. Ieri se n'è avuta l'ennesima dimostrazione con circa 30 deputati del Partito Democratico che o votano contro oppure non si presentano al voto, mentre un drappello di deputati di Forza Italia vota a favore della controriforma. Ma a parte i numeri del voto poi ci sono i contenuti e da quelli non si scappa: nemmeno i governi di centro destra targati Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega erano riusciti a fare tanto. La scuola viene trasformata in una specie di azienda con un amministratore delegato unico, il preside, senza nemmeno un consiglio di amministrazione, che ha potere assoluto addirittura sulla scelta dei docenti per i quali a questo punto cade uno dei punti fondamentali dell'istruzione di ogni ordine e grado: la libertà di insegnamento. Difficile non seguire le direttive di un capo quando questo capo è l'unico che può decidere le tue sorti. Una riforma in linea con le politiche renziane che hanno cancellato, sotto il nome di Jobs Act, tutte le norme dello statuto dei lavoratori che rappresentavano uno strumento di difesa del lavoratore contro le decisioni del padrone. Ma la privatizzazione non si ferma qui. Si consentono donazioni da parte di privati cittadini e aziende per un massimo di 100 mila euro, inserendo uno strumento che consentirà di avere scuole di serie A (tipicamente quelle la cui dislocazione geografica sta in zone ricche) e scuole di serie B. E come si comporterà il preside nei confronti di un alunno il cui padre ha elargito fino a 100 mila euro alla sua scuola ? Beh il beneficio del dubbio in un paese come l'Italia è quanto meno dovuto. Vogliamo poi parlare delle detrazioni fino a 400 euro per quelle famiglie che mandano i propri figli ad una scuola privata ? Un colpo in più alla scuola pubblica proprio mentre il governo sta studiando l'eliminazione di moltre detrazioni fiscali (quest'anno è già stata abolita la detrazione relativa al contributo al SSN per le assicurazioni obbligatorie di auto e moto), se ne introduce una che suona come una sottrazione di fondi alla stessa scuola pubblica. E la valutazione ? Credo che chiunque sia favorevole ad un meccanismo attraverso il quale si valuti la qualità dell'insegnamento di un docente, ma che questa valutazione sia a carico del preside (ancora lui) a due colleghi, a due genitori e ad uno studente, fa sorgere forti dubbi sulla qualità stessa della valutazione. E allora meglio ricordare nel dibattito in aula che con questa riforma finalmente nella scuola si potrà acquistare di nuovo la carta igienica, ce ne sarà molto bisogno nei prossimi anni.

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