lunedì 20 luglio 2015

Entro il 2015 toglieremo i telefoni a tutti i politici ... poi nel 2019 finalmente scoprirete quante cazzate ho sparato


Dopo la sbornia della Grecia finalmente si è tornati a parlare di politica nostrana e dei problemi del bel paese. E' stato sufficiente che Tsipras accettasse l'ennesimo accordo capestro imposto dall'Europa e subito siamo tornati alle grandi questioni che tormentano l'Italia e soprattutto con un tormentone che va avanti da qualche anno: le intercettazioni telefoniche. Ormai l'uso che si fa delle intercettazioni telefoniche per combattere corruzione, mafia, camorra è quotidiano e poiché i politici italiani sono dei gran chiacchierioni, a loro insaputa si ritrovanno spesso ad essere intercettati in conversazioni per le quali, in qualsiasi altro paese democratico del mondo, sarebbero costretti immediatamente a cambiare mestiere. Ma in Italia no anche se ad essere pizzicato è nientepopodimeno che il presidente del consiglio beccato a confidare ad un generale della guardia di finanza del futuro cambio di governo che lui, con l'appoggio del condannato-pregiudicato nonché Silvio Berlusconi, metterà in atto andando ad occupare quella poltrona. In Italia tutto passa sotto silenzio con un ministro che si presenta a prendere in giro il parlamento affermando che non è successo assolutamente niente e che tutto può proseguire come se niente fosse accaduto. Anzi caso mai c'è da intervenire per eventualmente censuarare la pubblicazione di certi atti giudiziari che contengano queste intercettazioni. Per completare l'opera e distogliere da questioni che possano oscurare la figura del presidente del consiglio si è poi messa in scena tutta la storia su Crocetta il presidente della regione Sicilia, utilizzando addirittura la figlia di Borsellino. In una presunta telefonata Crocetta sembra non reagire alle parole del suo interlocutore che afferma che Lucia Borsellino andrebbe uccisa come il padre, ma quella intercettazione rivelata dall'espresso non risulta agli atti di nessuna indagine e gli stessi magistrati negano la sua esistenza. Un'intercettazione ad orologeria per distogliera da quella più pericolosa che riguardava appunto Matteo Renzi. Poi finalmente il presidente del consiglio scende in campo direttamente annunciando dal 2016 al 2018 un piano di taglio delle tasse che prevede la tanto odiata tassa sulla prima casa fino ad arrivare alla revisione delle aliquote Irpef. Si percepisce che il Matteo si sente in pericolo e quindi segue la strategia del padre putativo, l'ex cavaliere di Arcore: annunci a sorpresa e sui quali nessuno potrebbe non essere d'accordo. Ma quella strada è ormai battuta, sfruttata e soprattuta scoperta nella sua falsità, e la maggioranza dei cittadini lo ha capito a proprie spese. Inutile quindi soffermarsi sulle critiche sollevate da tutti i giornali: si tratta di annunci senza precisare un piano serio e dettagliato sul come questi annunci possano poi essere messi in atto, soprattutto nella contingenza attuale dove l'Italia, oltre allo spettro del fiscal compact e del pareggio di bilancio, deve mettere in conto una ventina di miliardi ulteriori per il sostegno alla Grecia. Forse se Matteo Renzi avesse annunciato un provvedimento che inibisca tutti i politici con responsabilità di governo a qualsiasi livello all'uso del telefono sarebbe stato più credibile.

Nessun commento: