venerdì 30 gennaio 2015

La farsa del condannato e del fiorentino


Il condannato ed il fiorentino, padre e figlio, hanno messo in scena una bella rappresentazione e dei due sicuramente il condannato è l'attore più bravo. Sono sicuramente due furbacchioni che si stanno prendendo gioco dei loro partiti ed in parte anche del paese. Per fortuna che il nome uscito dall'accordo fra i due, non dal Nazzareno si badi bene ma solo da Renzi e Berlusconi, è il meno peggio dei nomi che sono circolati in questi mesi, quasi uno dei migliori. Tanto è vero che nessuno mette in discussione il nome del candidato presidente della repubblica, ma si mette in discussione il metodo. Ma proprio il metodo costituisce il colpo di genio di Renzi e Berlusconi. Se Renzi avesse presentato Mattarella come il candidato uscito dal Nazzareno, il Partito Democratico si sarebbe sicuramente diviso, Mattarella sarebbe stato eletto comunque ma dopo ci sarebbe stato un grosso rischio di elezioni anticipate. Invece il nome per la presidenza della repubblica esce direttamente dall'assamblea degli elettori del Partito Democratico e basta questo fatto per compattare tutti dimenticando le divisioni di appena qualche giorno fa. La candidatura sembra uscita solo dalla testa di Renzi senza accordi nè con gli alleati della maggioranza nè tantomeno con la finta opposizione di Forza Italia. Infatti tutto il centro destra si scandalizza e si scatena, recitando almeno per quanto riguarda Berlusconi e Alfano, contro Renzi ed il Pd. In realtà alla fine non potranno che votare questo nome che potrebbe anche essere accettato per fino dai grillini. Alfano sicuramente lo voterà, pena le dimissioni da ministro dell'interno, sarebbe infatti il primo ministro dell'interno della Repubblica Italiana che non vota il Presidente della Repubblica. E' vero che Alfano ne ha già combinate tante per meritare l'estromissione dall'incarico di ministro, ma a tutti c'è un limite. Berlusconi forse non lo voterà ma altrettanto sicuramente non abbandonerà il proprio figlioccio, nonostante le sceneggiate di questi due giorni. A lui interessano le proprie aziende e così come nel 2011 se ne andò senza essere sfiduciato dal parlamento non a causa di Napolitano o dell'Europa, ma esclusivamente perché se non se ne fosse andato le sue aziende sarebbero crollate. Ecco perché il nome di Mattarella non può che essere uscito da accordi fra padre e figlio a dispetto di tutta la parentela che ho esulta o si indigna ma alla fine farà quello che hanno deciso i due strateghi della politica, che non c'è dubbio hanno messo in scena una bella rappresentazione.

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