sabato 17 gennaio 2015

Ormai oggi basta un tweet ...




L'Italia è il paese della polemica ad ogni costo e su qualsiasi argomento, avvenimento, decisione, che accada o venga presa nel nostro paese. D'altra parte se non fosse così non avremmo 50 milioni di allenatori di calcio oppure schede elettorali che ormai hanno le dimensioni di un lenzuolo per contenere tutte le formazioni politiche che di volta in volta si presentano alle elezioni. Oggi l'oggetto del contendere è la liberazioni delle due ragazze, Greta e Vanessa, da mesi in mano ai terroristi islamici in Siria. Nella società dell'informazione è sufficiente un tweet (si perché oggi non servono approfondimenti, analisi o inchieste .... si lanciano nell'etere anzi nella rete 140 caratteri e su questi si scatena l'inferno) scritto a casa nel quale si paventa il pagamento di un riscatto da 12 milioni per incendiare o meglio per ravvivare il fuoco eterno che sta sotto la cenere di menti annebbiate. A voglia poi il governo a "negare", ammesso che possa poi ammettere palesemente l'eventuale pagamento di riscatti, che non si sono sborsati euro in cambio della vita di queste giovani ed avventate ragazze, ormai la miccia è accesa ed il fuoco divampa. L'assurdo però sta nel fatto che se le due ragazze per caso fossero andate ad aumentare il numero delle vittime causate dalla follia dell'integralismo islamico, il fuoco si sarebbe acceso ugualmente e con la stessa violenza. Anzi molto probabilmente sarebbero stati sgli stessi incendiari di oggi ad accendere l'immancabile ed infuocata polemica. Con una differenza: in questi giorni ci si scaglia contro il governo italiano accusato di far la parte del "finanziatore" del terrorismo o contro le due ragazze che "se la sono cercata", se non fossero state liberate allora gli stessi accusatori di oggi avrebbero cosparso la rete di tweet o messaggi al grido di #siamotuttigretaevanessa. Ma l'aspetto più assurdo della vicenda e della polemica sta nel fatto che si ragiona sul nulla in quanto nessuno è in possesso di prove certe sull'eventuale pagamento di riscatto anche se è abbastanza ovvio che dopo un rapimento, la liberazione degli ostaggi non avviente certo per grazia ricevuta ma sicuramente in cambio di qualcosa. Che le ragazze siano state avventate, incoscienti e poco accorte, sia loro che le famiglie, è fuori dubbio ma per questo devono subire una condanna a morte senza via d'uscita ? E se comunque le si voglia condannare senza possibilità di appello dai giustizieri di casa nostra ci si aspetterebbe la stessa intransigenza verso chi all'interno del nostro paese si appropria o ruba la cosa pubblica per proprio tornaconto danneggiando il paese intero. Almeno le ragazze nella loro incoscienza erano mosso da spiriti umanitari verso popolazioni delle quali "nessuno" dei benpensanti polemizzatori si occupa minimamente. E' più grave spendere dei soldi pubblici per salvare due ragazze spinte semplicemente da intenti umanitari o "rubare" soldi ai cittadini onesti per comprarsi un set di mutande ?

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