venerdì 16 gennaio 2015

Dalle matite in mano al pugno in faccia


Viviamo in uno strano paese inserito in uno strano mondo dove una specie animale ha iniziato a camminare eretta arrogandosi la caratteristica di essere intelligente ma i cui comportamenti nella maggioranza dei casi fanno sorgere molti dubbi su questa presunta intelligenza. Da una specie intelligente ci si sarebbe aspettati un modello di società dove a tutti fosse permesso di esprimersi secondo le proprie capacità e secondo i propri interessi, dove ad ogni essere umano fosse consentito di vivere al meglio delle proprie possibilità nel rispetto degli altri, dove il solo fatto di essere venuto al mondo rappresentasse un diritto ad una vita quanto meno dignitosa. Pura utopia e nonostante secoli di guerre e di atrocità l'essere umano continua a farsi la guerra per un credo religioso, per un credo politico, per interessi economici che hanno un unico filo conduttore: la presunzione che la nostra idea, che il nostro credo, che il nostro interesse stia dalla parte giusta e che tutto il resto è sbagliato, talmante giusto che ci si possa sentire autorizzati a commettere le più spietate atrocità verso il "diverso" fino ad arrivare a sopprimerlo. Dopo i tragici avvenimenti di Parigi tutti il mondo occidentale ha preso la matita in mano per mostrare la propria solidarietà verso quel giornale satirico i cui giornalisti sono stati trucidati in maniera spietata. Ma quando si mette in campo un pensiero unico, qualunque sia questo pensiero, qualcosa non torna. Ecco allora che è bastato che il Papa, il capo supremo del mondo cattolico, mostrasse il pugno affinché in molti si siano sentiti autorizzati a fare un minimo di critica anche ai giornalisti di Charlie. Naturalmente è difficile districarsi ed elaborare un pensiero che non sfoci da una parte nella censura a parziale giustificazione di atti terroristici e dall'altra nella difesa ad oltranza di parole e pensieri offensivi verso il "diverso" o quanto meno il non uguale a noi. Purtroppo l'umanità è costellata di tante tragedie che da una parte fare satira sulle stesse dovrebbe avere l'obiettivo di alleggerirne il peso sulle coscienze dell'umanità, ma dall'altra la stessa satira potrebbe scatenare reazioni inconsulte dalle "vittime" della satira stessa. E' anche difficile fare un'analisi seria sotto l'emotività di quanto è accaduto e probabilmente solo dopo un certo periodo di decantazione si potrà riuscire nell'intento di una critica equilibrata degli avvenimenti di questi giorni. Naturalmente per una società veramente incentrata nel rispetto reciproco, non solo dell'essere umano ma anche dell'ambiente nel quale l'essere umano vive, la soppressione di una vita è un fatto che non trova giustificazione alcuna ma allo stesso modo "ferire" i sentimenti di una parte dell'umanità può essere discutibile. Soprattutto se questo atteggiamento viene messo in campo dal più forte nei riguardi del più debole. Purtroppo poi l'essere umano ne combina talmente tante che siamo ancora nel bel mezzo di un'emozione forte come l'uccisione dei giornalisti francesi e dei terroristi assassini che si è travolti da un altro avvenimento che scatena discussioni e forti polemiche. Ieri sono state liberate le due ragazze, Greta e Vanessa, rapite in Siria dove si erano recate per portare aiuti a quelle popolazioni, ma il problema sta nel fatto che la loro liberazione è avvenuta dietro pagamento di un forte riscatto ai terroristi che le avevano rapite. Ed ecco allora che una parte di quel mondo occidentale che si è giustamente scatenato contro i terroristi autori della strage a Parigi, nello stesso momento finisce per finanziare gli stessi terroristi per portare a casa due giovani ragazze che per la loro incoscienza erano finite nelle mani del terrorismo islamico. Ed anche qui non è facile mantenere il giusto equilibrio per capire quanto sia stato giusto o meno cedere al ricatto. Certo da una parte si sono salvate due vite umane innocenti ma dall'altra probabilmente con quei soldi si provocheranno altri attentati ed altre vittime. Emotività a parte nessuno può dire di avere l'idea giusta anche su questo avvenimento. Di certo c'è un fatto: questo mondo va cambiato e cambiato radicalmente, per il momento non sono stati sufficienti oltre 3000 anni di storia del genere umano per dare vita ad una società dove siano abolite guerre, sopraffazioni, sfruttamento e tutto quanto ne consegue ma 3000 anni sono proprio niente rispetto ai tempi dell'universo. Forse quindi c'è speranza a meno che l'umanità non finisca per autodistruggersi. 

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