lunedì 5 maggio 2014

Trentanni di scelleratezze per arrivare al SI di 'a carogna


Dopo l'ennesimo episodio di violenza, che è strettamente legato al calcio anche se in molti si affannano a dichiarare che è avvenuto fuori dallo stadio, le dichiarazione di sdegno, le promesse di improbabili giri di vita, le accuse da parte di giornalisti e politici si sprecano ma ancora una volta non cambierà niente. La degenerazione del tifo calcistico viene da lontano e nessuno fra coloro che ruota intorno a questo mondo può chiamarsi fuori. Non si possono chiamare fuori i diretti protagonisti (calciatori, allenatori e società calcistiche in generale), non si possono chiamare fuori i giornalisti sia della carta stampata che delle televisioni, non si possono chiamare fuori nè dirigenti calcistici nè politici e nemmeno lo stato in generale. La violenza arriva da lontano e si può anche individuare un momento nel quale si è avuta una svolta: la nascita di una trasmissione basata sulla violenza e sullo scontro verbale che aveva l'unico obiettivo di contrapporre le squadre forti del nord (Inter, Milan, Juventus) con quelle del sud (Roma e Napoli). Una trasmissione nella quale i presunti giornalisti si contrapponevano mettendo in scena uno squallido teatrino fatto di dubbi, sospetti soprattutto indirizzati verso gli arbitri colpevoli di aiutare una società piuttosto che un'altra. E' in quegli anni che la contrapposizione delle tifoserie nord-sud ha alzato l'asticella passando dagli sfottò a veri e propri atti di violenza premeditata. Dopo poi la vittoria del mondiale del 1982 sono entrati a gamba tesa nel mondo del calcio i politici che hanno iniziato a pavoneggiarsi o all'interno degli stadi o in queste trasmissioni spazzatura che, dopo l'esordio nella tv pubblica, si sono moltiplicate nelle televisioni private. Queste trasmissioni hanno avuto successo facendo leva sulla parte malata della tifoseria che ha trovato spazio sia in queste trasmissioni sia poi nelle società che hanno usato queste bande a proprio uso e consumo per creare quel clima da guerriglia all'interno degli stadi. E poi vogliamo parlare dei giornali sportivi ? Siamo l'unico paese nel quale esistono almeno tre o quattro giornali che parlano solo di sport e quindi principalmente di calcio e che quindi per poter scrivere per un'intera settimana devono trovare argomenti che spesso sono relativi alle polemiche sugli arbitraggi. Ai giornali si sono poi aggiunte le televisioni fino ad arrivare al delirio odierno dove esistono almeno tre trasmissioni sportive al giorno e addirittura dei canali televisivi dedicati ad una singola squadra di calcio. Infine le partite che oggi si svolgono quasi per l'intera settimana fornendo materiale quitidiano per le polemiche che non finiscono mai. Tutte queste potenziali micce alla fine riescono a far scoppiare qualche bomba che sfocia in eventi terribili come quello di sabato. Ultimamente poi c'è stato un ulteriore salto di qualità con le bande di ultras che dettano legge all'interno dello stadio fino ad arrivare a decidere se una partita vada giocata o meno. Lo spettacolo di sabato sera, con un pregiudicato salito in cima ad una rete di protezione indossando una maglietta inneggiante ad un assassino condannato in via definitiva, è l'emblema della resa dello stato e delle sue forze dell'ordine. In uno stato civile quella partita non si sarebbe giocata e quel delinquente sarebbe stato tirato già a forza dalla rete e portato in galera. Ed invece è lui, una volta rassicurato che il raggazzo gravemente ferito era stato colpito da un ultras della Roma e non da tifosi della Fiorentina, ha dato il benestare per disputare la partita ed il tutto sotto gli occhi del Presidente del Senato e del Presidente del Consiglio: le istituzioni in mano ad una carogna .... come si fa chiamare il presunto tifoso. La partita naturalmente andava giocata, troppi interessi e troppi danni rinviarla, ma era necessario avere l'assenzo del capo ultras dei napoletani ... una volta che l'uomo carogna ha detto si ... lo spettacolo ha avuto inizio ... in barba ad un ragazzo che forse morirà per questa partita.

Nessun commento: