sabato 10 maggio 2014

Lo Stato stretto fra mafia e 'ndrangheta


La conferma della condanna a Dell'Utri e l'arresto dell'ex ministro Scajola, restituiscono l'immagine di un partito, Forza Italia, legato a doppio filo con la malavita dalla mafia siciliana all'ndrangheta calabrese. Ma se questi due personaggi di spicco di un partito, che bene o male ha governato per tre legislature negli ultimi venti anni, tenevano i collegamenti con le organizzazioni mafiose, il fondatore e padrone assoluto di quel partito può essere ritenuto esente da colpe ? Certo che no ed una dimostrazione, passata ormai in secondo piano, era anche la presenza, nel ruolo di stalliere, nella residenza del padrone di un uomo di spicco della mafia siciliana. C'è bisogno di altro per dimostrare la connivenza fra Stato e mafie considerato che il presidente del consiglio per tre governi dal 1994 al 2011 era il capo di quel partito ? Quando vedremo anche il reale responsabile di questi accordi e imbrogli alla sbarra e non per una semplice frode fiscale ? Ed ecco invece che lo Stato di appresta a riformarsi proprio con l'appoggio di un partito invischiato con le peggiori organizzazioni malavitose del paese. Contro queste riforme che saranno portate a compimento con mafia e 'ndrangheta servirebbe una mobilitazione generale piuttosto che una connivenza strisciante che porterà all'abbattimento della democrazia con sempre meno potere ai cittadini per consegnare lo stesso potere ai partiti e di conseguenza a chi li manovra. L'aspetto poi più squallido sta nella mancanza di una prospettiva di uscire da questo vortice poiché anche il nuovo che avrebbe dovuto porre fine a questa connivenza si è tirato indietro favorendo accordi scellerati. Ci vorrebbe una grande pulizia ma con una seria prospettiva alle spalle .... ed è proprio questa che manca.

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