mercoledì 7 maggio 2014

Quello che avviene negli stadi è lo specchio di quanto avviene in politica ..... o viceversa

Ormai tutti gli allievi hanno superato il maestro. Il maestrp è il condannato, colui cioè che, circa venti anni fa, ha dato inizio alla stagione della politica urlata, della propaganda incentrata non sulle proprie proposte e sui propri programmi, quanto sulla denigrazione ed offesa dell'avversario politico. Purtroppo la sinistra non ha mai saputo controbattere questo stile di fare politica ed anzi in questi anni è scesa proprio sul terreno del caimano uscendone perennemente sconfitta. Poi è arrivato il Movimento 5 stelle con Grillo ed i toni si sono ulteriormente alzati in virtù del nuovo grande comunicatore, anche lui dedito allo strillo, alle urla, ai famosi vaffa rivolti a tutto e a tutti, indice anche in questo caso di un vuoto di contenuti allarmante. Grillo non risparmia nessuno nè fra i politici nè fra le istituzioni assumendo atteggiamenti che ricalcano storie già viste e vissute in un tempo nemmeno tanto lontano della storia d'Italia. Ed anche lui come il condannato riceve un consenso senza precedenti al primo test elettorale dimostrando lo squallore nel quale è caduta la maggioranza del paese. A dimostrazione che la storia passata e recente niente insegna, il segretario del Partito Democratico nonchè presidente del consiglio segue anche lui le gesta dei vari D'Alema, Veltroni, Prodi e si contrappone al comico genovese sullo stesso terreno dell'ingiuria e dell'offesa verso l'avversario o colui che si contrappone alla sua azione. Un presidente del consiglio che definisce "gufi e sciacalli" i suoi oppositori senza nemmeno preoccuparsi dei contenuti espressi da coloro che hanno idee diverse, non dimostra certo un grande senso delle istituzioni e della demcrazia. Tutta gente insomma che pretende di avere la verità in tasca e che si scontra quotidianamente o sui giornali, o nelle televisioni o nella rete a suon di paroloni volgari ed offensivi. Ci si meraviglia poi se negli stadi (tanto per parlare di attualità) il tifo si manifesta non più come sostenimento alla propria squadra quanto come contrapossizione verbale e fisica con la squadre avversaria e contro i suoi tifosi. Quello che è avvenuto sabato sera non è altro che la certificazione di questo stato di cose: uomini delle istituzione e un giocatore di calcio scendono a patti con un ultras di una squadra di calcio. E perchè la campagna elettorale per le europee ha qualcosa di diverso dal tifo urlato di uno stadio durante una partita di calcio ? Non ci meravigliamo o scandalizziamo .... questa è l'Italia.

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