mercoledì 26 marzo 2014

Anche il Pd ha il suo ducetto


Il Partito Democratico, sebbene più simile ad un carrozzone che ad una formazione politica, era rimasto ancora indenne dal virus del personalismo, con la struttura tipica di un partito e con una direzione che prendeva le decisioni dopo un dibattito od una discussione. L'avvento alla segretria del sindaco di Firenze ha stravolto anche il Pd e lo ha trasformato in uno dei tanti partiti ad personam che vanno molto di moda in questa che viene chiamata la seconda repubblica che ha visto il crollo delle ideologie. Arrivato alla segretria Renzi ha sfiduciato senza battere ciglio il governo Letta, ne ha preso il posto ed ha subito imposto le sue decisioni in maniera autoritaria in perfetto stile berlusconiano o grillino. E sempre nello stile del suo modello di riferimento, il condannato, ha mandato a quel paese sia confindustria che i sindacati non accettando le critiche che gli vengono rivolte soprattutto sulla "presunta" riforma del lavoro con la parola d'ordine "Io sto con le famiglie". Un grido di battaglia proveniente dalla sua estrazione cattolica che niente ha a che fare con la cultura di sinistra e progressista. Non consulterà le parti sociali e procederà con i suoi provvedimenti che probabilmente porteranno ad un ulteriore scontro sociale più grave di quello già in atto a causa della crisi economica. Intanto si sbraccia affinchè i suoi primi interventi soddisfino gli elettori che a maggio andranno a votare per le europee. I famosi 80 euro promessi, che forse non saranno elargiti come semplici sgravi Irpef: il Renzi ha messo al lavoro i tecnici del ministero dell'economia affinchè quell'obolo sia ben evidente in busta paga come una voce a parte ben in evidenza tipo "Dono di Matteo Renzi presidente del consiglio". Oggi poi arriva l'ultima uscita tenuta nascosta sotto i meandri dell'abolizione del Senato. Quel provvedimento prevede anche l'attribuzione al presidente del consiglio dei "superpoteri" che gli consentiranno di "licenziare" i propri ministri. Un colpo di mano che aveva provato anche il condannato e che era stato rispedito al mittente dai cittadini con un referendum popolare. Oggi il figlio naturale del condannato ci riprova tentando di assestare un altro colpo alla democrazia. Uno dei tanti perchè tutte le sue presunte "riforme" non sono altro che un vero e proprio attacco alla democrazia del nostro paese: finte riforme che trasformeranno senato e province in organi decisionali ma non elettivi. Chi pensava di essersi liberato del condannato grazie alle sue malefatte ed ai tanti problemi con la giustizia che finalmente lo hanno portato e lo porteranno ancora a qualche condanna, è servito: oggi abbiamo il degno erede del pregiudicato ... Matteo Renzi e la sua opera distruttiva è appena iniziata ma questa volta con il consenso di un partito che si definisce di sinistra ma ormai fa politica di destra e con il compiacimento di tanti cittadini offuscati dalla capacità comunicativa dell'ex sindaco di firenze.

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