venerdì 6 aprile 2012

Senza ideologie non si va da nessuna parte


La prima repubblica era caduta sotto il peso di tangentopolia livello nazionale e con la caduta del muro di Berlino a livello internazionale, eventi che favorirono il progressivo accantonamento delle varie ideologie nel tentativo di affermare l'assioma che per fare politica non era necessario essere di destra o di sinistra. Prese così vita una nuova forma di partito, non più fondato su un'idea di società, su un progetto politico, su un obiettivo di sviluppo, ma bensi' costruiti intorno alla persona, una specie di padre-padrone o meglio imperatore che dettava l'agenda del partito stesso e che di volta in volta decideva il da farsi in maniera quasi del tutto autoritaria. La prima formazione è stata quella della Lega con Bossi, poi Forza Italia diventato poi Pdl con Berlusconi, successivamente l'Udc con Casini, l'Idv con Di Pietro ed in ultimo anche il partito più legato ad un'ideologia che da Partito Comunista Italiano è diventato il Pd di Bersani. Lentamente sono spariti congressi (il Pdl per decenni non ne ha mai fatti, la Lega li ha sostituiti con quella specie di carnevale che è la riunione annuale di Pontida, nell'Idv non sanno nemmeno che cosa sia un congresso, idem l'Udc, nel Pd si parla di primarie più che di congressi), quegli eventi cioè durante i quali si stabiliva la linea politica del partito e la strategia da seguire o per governare o per fare opposizione. Alcune formazioni come Lega e Pdl sono sempre più assomigliate ad una specie di proprietà di famiglia nella quale il capo-padrone decide ogni cosa. E' stato questo uno dei principali disastri della seconda repubblica che ha visto da una parte una confusione totale per l'elettore che non ha avuto più punti di riferimento e che spesso ha fatto fatica a capire le differenze fra un partito e l'altro, ma dall'altra ha trasformato anche la vecchia tara della corruzione. Non identificando più un partito come un'idea o un'ideologia da seguire ma piuttosto come una proprietà del capo, chi ha continuato a seguire la pratica della corruzione ha smesso di perseguirla a favore del partito stesso ma bensi' a proprio esclusivo favore. Anzi addirittura rubando dalle casse del partito a proprio uso e consumo. Ora che i leader sono invecchiati e non hanno più il controllo della situazione anche la seconda Repubblica sta morendo (per fortuna) a dimostrazione che anche questa strada non è percorribile. Quando il capo abdica per manifesta incapacità come nel caso di Berlusconi prima e di Bossi ora, il partito rischia di autodistruggersi perchè non c'è più il punto di riferimento che insieme alla mancanza di idee e progetti porta dritto dritto alla scomparsa definitiva. Ma fossero solo questi i disastri. Il disastro reale deve ancora arrivare. Sulla base di questo incenerimento in Italia si sta imboccando una possibile strada da terza repubblica che potrebbe anche essere piu' disastrosa delle prime due. Invece di convogliare il sentimento di repulsione verso questa politica da seconda repubblica verso formazioni politiche nuove con un'organizzazione ben definita, un programma certo e guidato da un modello di sviluppo della società qualunque esso sia, sta nascendo nel paese o un'astensionismo diffuso oppure la nascita di movimentucoli non meglio identificati che hanno nell'antipolitica il loro unico denominatore comune. Una strada che finirà inevitabilmente nel riconsegnare il paese a chi lo ha già portato al disastro a dimostrazione che senza un'ideologia da seguire non si va da nessuna parte.



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