lunedì 16 aprile 2012

Fra ipocrisia e qualunquismo


Non è solo la situazione economica e politica del nostro paese a preoccupare ma anche l'ipocrisia che lo pervade per non parlare del qualunquismo generalizzato, un mixer che non lascia ben sperare per il futuro. Da oltre 24 ore tutti i media, giornali e televisioni, non fanno che parlare del tragico evento relativo alla morte del giocatore del Livorno, un giovane di 26 anni. Una morte che lascia naturalmente tanta tristezza come dovrebbero però lasciare tutte le morti che non avvengono per cause naturali. Ciò che lascia allibiti è l'enorme spazio mediatico dedicato a questo avvenimento mentre non si parla quasi per niente della impressionante catena di suicidi che si stanno verificando dall'inizio dell'anno e che riguardano imprenditori o lavoratori schiacciati dal peso della crisi economica. Gli ultimi due avvenute proprio due giorni fa: un manager di 42 anni che aveva perso il lavoro ed un imprenditore di 28 anni a Palermo. Come mai per queste morti non ci sono state lunghe trasmissioni televisive (stasera tutta la domenica sportiva dedicata alla morte del calciatore) o sospensioni dal lavoro o altre manifestazioni del genere. Possibile che in Italia, anche per la morte, si faccia tanto clamore solo se questa avviene nel mondo del calcio e un imprenditore che si uccide per la crisi economica invece non merita che un piccolo trafiletto su un giornale qualsiasi ? E' sconcertante tutto questo ed è come se nel paese il calcio fosse sopra ogni altro avvenimento nel bene e nel male, tanto che nemmeno i 23 suicidi del 2012 meritano un servizio di pochi minuti da parte della televisione. Decessi scomodi che rappresentano un segnale di quanto sia grave la situazione del paese sottoposto ad una pressione fiscale senza precedenti, che impedisce, anche a chi ha un lavoro sicuro, di spendere soldi oltre quelli necessari per la sopravvivenza. Se a questa folle ipocrisia dell'informazione che tende a distogliere i cittadini dai reali problemi, si aggiunge poi il qualunquismo generalizzato che attanaglia la protesta contro il nuovo regime fiscale messo in atto dal governo, il quadro è completo e molto preoccupante. Con i due maggiori partiti di maggioranza e opposizione che si trovano insieme a governare e con la serie di scandali che scuotono tutto il panorama politico, lo scontento è diffuso e trasversale ma non si incanala verso un movimento di protesta significativo. La rabbia e la protesta trovano sfogo quasi esclusivamente in slogan contro il governo Monti, ma rimangono slogan finalizzati a se stessi mentre mancano proposte serie per arrivare alle prossime elezioni del 2013 ad un reale cambiamento. L'unica proposta che riscuote un certo successo è quella dell'astensione o della scheda bianca o comunque del non voto sotto varie forme, ignorando per esempio che, se la legge elettorale rimarrà quella attuale, il premio di maggioranza sarà calcolato sui voti validi e che quindi non votare, qualunque sia la formula adottata, non servirà assolutamente a niente. Anzi a qualcosa servirà ... riconsegnare il paese a chi ci ha portato in questa situazione rovinosa. Perchè è importante ricordare che non è il governo Monti responsabile di quanto sta accadendo, ma soprattutto il governo di centro destra Pdl-Lega che per tre anni non ha governato. Se il malcontento generalizzato di lavoratori dipendenti e pensionati (i più tartassati dalle recenti manovre economiche) non sarà indirizzato verso proposte serie di cambiamento, che non siano però occasione di suddivisione e frazionamento ulteriore, il 2013 segnerà l'avvio di un altro governo guidato da qualcuno dei 5 partiti attualmente in parlamento, i quali hanno già dimostrato la loro inadeguatezza e incapacità nella gestione della crisi, oltre ad avere vinto il primato negli episodi di corruzione. Purtroppo mancano idee e uomini per dare vita ad un vero movimento di opposizione a questa politica corrotta e incapace, un movimento che possa portare ad un reale cambiamento a partire dalle prossime elezioni politiche.



Nessun commento: