sabato 15 gennaio 2011

Prima di tutto difendiamo i giudici ed il nostro paese ...

Mentre per certi versi non capirò mai il nostro paese ed i suoi cittadini, per altri versi capisco come sia possibile essere governati da un uomo come l'Indagato del Consiglio che ora è accusato di uno dei delitti più obbrobriosi e squallidi per un uomo: sfruttamento della prostituzione minorile. Nel momento in cui tutte le energie delle persone che hanno a cuore le sorti dell'Italia dovrebbero essere convogliate nel mandare a casa un uomo che ha trasformato il paese della cultura, dell'arte, delle bellezze naturali nel paese governato da un presunto puttaniere, ci sono cittadini che organizzano manifestazioni di piazza per la Tunisia o contro altri paesi (Messico) dove vengono violati i diritti umani. Ed all'Italia non pensiamo ? L'Italia la lasciamo allo sbando in mano ad un manager che la sta portando indietro nel tempo per quanto riguarda i diritti dei lavoratori e ad un governante che pensa esclusivamente a soddisfare i propri bisogni sessuali a livello patologico utilizzando fra l'altro denaro pubblico ? Non sarebbe il caso di organizzare sit-in o manifestazioni di piazza per liberare il paese da un simile uomo ? Oppure restiamo qui tutti buoni a sorbirci gli strali dell'uomo verso la magistratura e la giustizia che mai come in questo caso ha agito coscientemente. L'Indagato del Consiglio è infatto iscritto nel registro degli indagati gia' dal 21 dicembre scorso, ma i giudici, per non influenzare il giudizio di costituzionalità sul legittimo impedimento, ha atteso la sentenza prima di rendere pubblica l'indagine sull'ormai plurindagato. Fra l'altro i tre processi bloccati dal legittimo impedimento finiranno per cadere in prescrizione, due sicuramente in quanto dovranno ripartire da zero essendo stati rimossi i giudici titolari dell'inchiesta, un terzo molto probabilmente farà la stessa fine grazie ai ritardi che saranno messi in atto per ostacolare il corso della giustizia nei confronti del Superindagato. Insomma mai come in questo caso la giustizia ha agito correttamente e rispettando i diritti del Superindagato. Ora in qualsiasi altro paese quest'uomo sarebbe destituito da ogni incarico pubblico, così come lo sarebbe qualsiasi dipendente pubblico che rischierebbe come minimo la sospensione, e non vale l'ulteriore balla spacciata dai suoi adepti e cioè l'investitura popolare. Questa investitura non esiste in quanto il popolo ha votato un partito e non l'uomo ma anche se fosse stato votato l'uomo, i fatti venuti alla luce ora cambiano le carte in tavola proprio sull'uomo stesso. Ed allora mi chiedo .... invece di scendere in piazza per la Tunisia non sarebbe meglio scendere in piazza per l'Italia al fine di ottenere proprio ciò che i tunisini hanno ottenuto ?

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