martedì 1 giugno 2010

L'Italia è malata ... ma il pianeta non sta meglio

Il nostro paese sta vivendo un periodo storico di crisi non solo economica ma anche di valori, di ideali e di una profonda crisi culturale. Purtroppo questa crisi colpisce anche il pianeta intero nel quale non si trovano punti di riferimento validi che possano costituire un valido modello di sviluppo da seguire. E' questo uno dei mali della società globale nella quale un singolo Stato da solo difficilmente può sganciarsi dallo sviluppo globale appunto e seguire un percorso diverso o alternativo. Nonostante la crisi abbia messo in evidenza tutti i lati deboli del capitalismo e dell'economia globale non si intravedono in nessuna parte del mondo segnali che possano far sperare in un cambiamento di rotta. Gli effetti della crisi ancora non si sono sviluppati nel loro complesso e soprattutto in Europa la risalita sarà lenta ed ancora disseminata di sacrifici non indolori. Ma quello che più preoccupa è appunto la mancanza di una diversa strategia di sviluppo per una società malata. Tutti i governi sono intervenuti con interventi statali nella più perfetta tradizione socialista e comunista, insomma il capitalismo sta per essere salvato con metodologie che fanno riferimento all'ideologia socialista. Una contraddizione che dovrebbe far riflettere governanti e politici che invece proseguono sempre sulla strada che ha portato a questa disfatta economica. Ai grossi problemi economici mondiali si affiancano problemi ambientalisti e venti di guerra che non trovano pace soprattutto in quell'area infuocata che è il medioriente. Dal punto di vista dell'ambiente il disastro del pozzo petrolifero nel Golfo del Messico sta mettendo in evidenza la pericolosità estrema delle tecnologie per l'approvigionamento del petrolio e dell'energia in generale. Purtroppo nel mondo si ragiona sempre in termini economici, ma spesso l'economicità fa a cazzotti con l'ambiente. Il petrolio del Golfo del Messico sta distruggendo un oceano, ma tutto questo non induce i vari stati a investire massicciamente in fonti energetiche alternative. Da questo punto di vista l'Italia poi sta per imboccare di nuova la strada dell'energia nucleare seguendo una politica scellerata che in ogni parte del mondo si sta lentamente abbandonando. Entrando poi nel campo della politica internazionale, il fatto del giorno è l'attacco terrorista dello Stato di Israele ad una missione umanitaria che si stava dirigendo via mare verso la striscia di Gaza. La guerra in Afghanistan ed in Iraq completano il quadro di questo territorio che assme sempre più gli aspetti di una polveriera pronta ad esplodere cone effetti disastrosi da un momento all'altro. Una vicenda che si trascina dalla fine della seconda guerra mondiale quando i vincitori, Usa e Inghilterra, decisero di disfarsi degli scomodi ebrei assegnando loro un territorio per instaurare lo Stato di Israele. La scelta del territorio non poteva essere più infelice ed il progetto occidentale (quello di tenere sotto controllo il mondo islamico attraverso lo stato di Iasraele) fallì miseramente e fu la vera origine del terrorismo islamico integralista. Purtroppo quella lezione di storia non è servita a niente ed oggi si è arrivati a utilizzare la guerra come strumento principe per la lotta al terrorismo, uno strumento forse indispensabile ma inutile se non affiancato ad una politica diversa da parte di tutto l'occidente. In questo contesto anche ciò che concerne la cultura rimane relegata in una specie di nicchia in quanto tutti i media o almeno la maggior aparte di loro, punta tutto sull'apparenza sull'esteriorità piuttosto che sui contenuti. Insomma un quadro tutt'altro che incoraggiante nel quale i segnali positivi sono veramente pochi e soprattutto sono poche le persone che vi hanno accesso.

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