lunedì 7 giugno 2010

Taglieremo tutto ... meno i nostri stipendi

Siamo ormai a oltre 10 giorni da quando la manovra è stata varata e ancora non si sa niente di preciso ed ogni giorno qualche ministro spara qualche cartuccia o qualche minaccia di tagli senza distinzione di colpi. Oggi è la volta del ministro più ignorante che la Repubblica italiana ricordi: il leghista Calderoli. Il semplificatore, che brucia le leggi piuttosto che semplificarle, annuncia tagli agli stipendi in Rai e manda una raccomandazione ai giocatori della Nazionale: rinunciare ai loro premi relativi al campionato mondiale di calcio. A Calderoli si associa il super nano Brunetta impaziente di portare le donne alla pensione non prima dei 65 anni. Insomma tutto il governo, Tremonti in testa, taglia a destra e a manca non con chirurgica precisione ma usando l'ascia di guerra. L'unico settore del quale si è solo timidamente parlato per poi insabbiare il tutto dietro una cavillo burocratico è quello dei parlamentari. Non solo questi signori si sono subito dati da fare per mettere a tacere la proposta di un taglio del 5% sulle loro retribuzioni, ma addirittura nemmeno pensano per esempio di costringere tutti coloro che hanno un doppio incarico a fare una scelta e quindi rinunciare ad una delle due cariche che ricoprono. E' difficile dare credito a chi costringe il paese, o meglio una parte del paese, a fare sacrifici tagliando stipendi e pensioni, ma allo stesso tempo si guarda bene dal conrtibuire a questi sacrifici. La manovra di Tremonti colpisce esclusivamente i dipendenti pubblici con blocchi degli aumenti contrattuali e spostamento delle finestre per andare in pensione, ma questi provvedimenti non toccano deputati e senatori che a loro volta non sono altro che dipendenti pubblici. Difficile quini dare credito a certe sparate come quelle di Calderoli che vanno a toccare un settore come il calcio che è gestito a livello privato e nel quale i premi sono concordati con gli sponsor. Naturalmente appare anche ridicola la immediata mini ricolta scoppiata fra i giocatori della nazionale di calcio che subito si sono ribellati verbalmente alle proposte del ministro. Un comportamento veramente squallido da parte di chi guadagna cifre astronomiche per cui la rinuncia ad un premio non costituirebbe certo un sacrificio. Ma questo e' il paese in cui viviamo: si toccano personaggi plurimilionari e scoppia una mini rivolta, si toccano gli stipendi di lavoratori il cui guadagno medio e' di circa 1400 euro al mese ed un solo sindacato proclama una ciopero generale dopo un mese dall'approvazione della manovra ed in pieno periodo di vacanze. Beh come dare torto a chi ci governa .... ??

Nessun commento: