sabato 27 febbraio 2010

Scontro Napolitano-Berlusconi: situazione grave e pericolosa

Coloro che hanno un minimo di senso civico ed hanno a cuore la democrazia nel nostro paese, non possono mai assuefarsi alle dichiarazioni dell'attuale presidente del consiglio in merito alla giustizia ed ai magistrati. Ogni volta sembra di aver toccato il fondo ed ogni volta accade che quest'uomo al quale è stato assegnato il compito di governare il paese, si supera in negativo con qualche affermazione da criminale e da sovvertitore della democrazia. Oggi si è addirittura arrabbiato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha fatto la voce grossa ed ha bacchettato il cavaliere come una buona maestra dei vecchi tempi faceva con qualche alunno più discolo degli altri. Berlusconi ha infatti superato ogni limite attualmente raggiunto non tanto per la dichiarazione nella quale assimila i magistrati ai terroristi talebani che agiscono in Afghanistan, quanto per la tempistica con la quale è arrivata questa esternazione. A distanza di poche ore dall'ultimo attentato dei talebani, attentato nel quale è rimasto ucciso anche un funzionario italiano, il capo del governo propone questa uguaglianza magistrati-talebani, assimilando i magistrati di questo paese a terroristi oltre che ad assassini di funzionari dello stato. Spesso le esternazioni di questo dittatore del terzo millennio sono state equiparate a sparate senza senso e logica, ma in questo caso è difficile pensare ad una casualità o ad una sfrontatezza gratuita. A differenza di altre occasioni Silvio ha usato proprio il paragone con i talebani per rafforzare il suo pensiero in merito alla magistratura: da una parte cioè i giudici che hanno iniziato una crociata politica contro la sua persona, dall'altra lui vittima di una giustizia politicizzata che intende sovvertire il potere democratico. In realtà è proprio lui con i suoi attacchi spregiudicati contro uno dei poteri fondamentali in un paese democratico, la giustizia appunto, che intende minare nelle sue fondamenta lo Stato per sottrarsi alla giustizia e per dare vita ad un regime in cui lui possa agire liberamente senza controlli ed oppositori. Il pericolo come sempre è elevato e lo stesso Presidente della Repubblica questa volta se ne è reso conto se si è sentito in dovere di intervenire pre rimbrottare il dittatore di Arcore. Purtroppo le reazioni delle opposizioni sono ancora una volta timide ed all'acqua di rose rispetto alle stesse esternazioni di Napolitano e questa indifferenza rende ancora più pericoloso il clima che ormai da mesi pervade questo paese..

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