venerdì 24 aprile 2009

Non è ancora il tempo che il 25 aprile sia la festa di tutti

Anche se l'attuale maggioranza tenta a tutti i costi di appropriarsi di questa festa, il 25 aprile non sarà mai la festa di tutti, soprattutto poi con questo geverno pieno zeppo di fascisti di vario colore che con le sue leggi di riportare l'Italia sotto un regime dittatoriale con a capo il presidente di una squadra di calcio. E' da quando questo presidente si è messo in politica appoggiato da tutta la destra e dalla Lega che si tenta una sporca operazione di revisionismo storico su tutta la resistenza, mettendo sullo stesso piano chi è morto per un ideale di libertà e democrazia con chi è morto per mantenere l'Italia sotto la dittatura fascista ed al servizio del nazismo. Tutti esseri umani certamente, tutti uguali per la religione, ma non certamente sullo stesso piano per la storia del nostro paese. Le dichiarazioni rilasciate dal Cavaliere "Lo farò (presenziare alle celebrazioni del 25 aprile) perchè di questa festa non se ne appropri solo la sinistra" e del ministro della guerra La Russa "i partigiani rossi meritano rispetto ma non possono essere celebrati come portatori di libertà" dimostrano come i rappresentanti del governo siano al di fuori della storia nel loro goffo tentativo di riscriverla. Fu il Partito Comunista ad organizzare i partigiani ed a far parte dell'assemblea costituente e non certo il partito fascista nel quale ha le sue radici il ministro La Russa. Fu il Partito Comunista a scegliere la via della democrazia e fu una scelta semper vincolante. Molti pensarono e lo pensano tutt'ora che fu una scelta obbligata e opportunistica in attesa della rivoluzione, fatto sta che quella scelta fu sempre rispettata anche dopo l'attentato a Togliatti, il momento storico in cui la rivoluzione in Italia fu più vicina che mai. Le affermazioni di La Russa sono smentite dalla storia e dai fatti che hanno visto sempre i comunisti italiani rispettosi della Costituzione, un rispetto che, per esempio, fa molto difetto a questo governo che appena insediato ha fatto apporvare dal parlamento una legge anticostituzionale come il Lodo Alfano. Rimane poi il fatto che nelle brigate partigiane non si entrava sono per ideologia politica, ma per molti e diversi motivi primo fra tutti il desiderio di liberare il paese da una tremenda dittatura per tornare ad un regime democratico e libero. In questo senso può essere considerata si la festa di tutti, di tutti coloro che vi parteciparono comunisti e non e di tutti coloro che credono nella libertà e nella democrazia. Ideali per i quali non basta semplicemente un nome dato ad una formazione politica ma per i quali servono i fatti. I fatti oggi dicono che siamo governati da una maggioranza i cui ideali sono proprio quelli combattuti strenuamente dai partigiani e da tutta la resistenza, per questo ancora nel 2009 la festa del 25 aprile assume un significato ancora maggiore e per questo non può e non potrà mai essere la festa di tutti.

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