giovedì 16 aprile 2009

Censura e inefficienza: il terremoto ci riporta nella prima repubblica

Forse l'emergenza terremoto è stata gestita come meglio non si sarebbe potuto dalla Protezione Civile e dal governo (se si escludono tutti gli allarmi inascoltati sollevati da gennaio fino al 5 aprile), ma di certo ora il governo e le istituzioni danno il peggio di loro mettendo arrivando anche a mettere in atto quella censura tanta cara al presidente del milan.
Censura. Immancabile vittima come sempre c'e' in mezzo Santoro e la sua trasmissione con la sospensione del vignettista Vauro. La vignetta incriminata e' quella mostrata sopra che fa un sottile collegamento fra il recente piano caso predisposto dal governo, ma per ora bloccato dalle regioni, e quanto accaduto all'Aquila. Il terremoto abruzzese ha messo ancora una volta in luce quando siano bon rispettate le norme edilizie nel nostro paese dove da sempre l'abusivismo e la costruzione selvaggia costituiscono una piaga non rimarginabile. Il piano casa del governo e' un invito a costruire senza regole precise con la scusa di favorire la ripresa economica e purtroppo anche l'opposizione insieme ai sindacati si prestano a questo gioco. Ecco cosi' che contro chi ha il coraggio di criticare pubblicamente questi provvedimenti prendendo spunto da un avvenimento tragico, il governo non sa fare altro che rispondere con la censura a dimostrazione di non avere argomenti validi per controbattere tali argomentazioni.
Fondi per ricostruire. Dopo aver gestito l'emergenza e' necessario gestire la fase della ricostruzione e quindi reperire fondi per ridare una casa a chi ha perso tutto. E qui il governo fornisce l'ennesima dimostrazione di spreco ed inefficienza. Mentre si chiede ai cittadini di contribuire e gli italiani come al solito rispondono senza tirarsi indietro (oltre 10 milioni di euro solo con gli sms), il governo non mette in atto l'unico strumento che avrebbe consentito di ricostruire non una sola Aquila e Provincia ma ben due: sospendere il folle progetto del Ponte sullo stretto e dirottare quei fondi sull'Abruzzo. E invece di cosa si parla ? Di tasse naturalmente, di lotterie e ... ecco la novita' ... di benzina, tutti argomenti che gli italiani conoscono bene considerato che sulla benzina pagano balzelli che risalgono al ventennio. Contemporaneamente si aumentano gli sprechi con i continui viaggi dei ministri nelle zone terremotate a pavoneggiarsi davanti alle telecamere, con i consigli dei ministri tenuti all'Aquila e soprattutto con le prossime elezioni dove, stretto nel ricatto della lega, il paese dovra' sborsare 400 milioni di euro per non accorpare il referendum al primo turno elettroale di europee e ed amministrative.

Parole e fatti. Insomma come al solito le parole sono una cosa ed i fatti sono un'altra. Il governo non sa sottrarsi alle mire dittatoriali del suo capo da una parte e mentre dall'altra, come hanno fatto tutti i governi della repubblica, non reisce a mettere in atto provvedimenti seri che possano garantire una vera ripresa in occasione di avvenimenti tragici come il terremoto dell'Aquila. Nonostante il terremoto politico dopo tangentopoli non illudiamoci non siamo ne' nella terza ne' tantomeno nella seconda repubblica, siamo ancora ben immersi nella prima.

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