sabato 18 aprile 2009

Dalla prima repubblica .... a repubblica zero

Durante la prima Repubblica, quando al governo si alternavano governi di centrosinistra con DC, PSI, PSDI, PRI e PL, si parlava spesso della lottizzazione della Rai con la spartizione delle poltrone fra i fari partiti facenti parte della maggioranza, lasciando poi un posticino anche all'opposizione. Condivisbile o meno questa suddivisione dei posti di comando della televisione pubblica, tutto avveniva all'interno delle istituzioni con incontri e accordi più o meno pubblici fra i vari partiti. Poi è arrivata la televisione privata ma per quanto riguarda la Rai niente è cambiato se non l'aumento del numero delle poltrone e quindi dei posti da spartire. Sembrava che dopo Tangentopoli e l'avvento della così detta Seconda Repubblica questa gestione del potere dovesse andare a morire. Invece oggi ci ritroviamo ad assistere a qualcosa di ancora più sconcertante, pericoloso per la democrazia che fa apparire questa epoca non come una seconda repubblica ma piuttosto come una repubblica zero per non parlare apertamente di dittatura.
Intanto con il padrone di Mediaset al governo è morta la pluralità dell'informazione e come vedremo anche per le nomine Rai di fatto non si avranno più due televisioni ma una sola anche se sotto nomi diversi. Poi, fatto indecente e scandaloso, gli accordi, gli incontri non si tengono più nelle sedei istituzionali ma bensì a casa del presidente del milan e del governo. Insomma Berlusconi, per chi ancora in questo paese non lo avesse capito, governa l'Italia come se si trattasse di una sua azienda o di una sua squadra di calcio. Qui non si tratta solo di conflitto d'interessi, come ha subito sottolienato l'opposizione, ma di un comportamento da padre-padrone del paese che gestisce la politica come se fosse una affare privato. Analizzando poi la sostanza delle proposte messe in campo dalla maggioranza diventa chiaro il disegno del suo capo: creare un unico gruppo televisivo lasciando in un angolino la terza rete per contentare l'opposizione. La proposta infatti prevede una vera e propria occupazione della Rai da parte di uomini di mediaset o dei giornali del presidente del milan: Mimum da Tg5 a Tg1, Belpietro (Panorama) o Orfeo (Mattino) o Minzolini (La Stampa) al Tg2, Vigorelli dal Tg5 ai Tg regionali.
Insomma è vero non siamo più nella prima Repubblica ma siamo tornati indietro e nel peggior modo, si governa da casa propria e si occupa senza ritegno l'occupabile, una dittatura democratica e strisciante che con precisione chirurgica occupa i gangli più strategici di un paese. L'informazione è uno di questi e lo spettacolo sconcertante e osceno del terremoto in abruzzo ha fornito un esempio dello stato in cui versa il mondo dell'informazione televisiva ... ed il peggio deve ancora venire

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