venerdì 10 gennaio 2020

Salvini va combattuto non ignorato


Da quando il leader della Lega Matteo Salvini è entrato a gamba tesa nel mondo dei social attraverso la macchina da guerra denominata "la Bestia", si è aperto un dibattito sul come contrastare questa invasione permanente. Salvini ormai viaggia ad una media di 20-30 post al giorno su twitter accompagnati spesso da dirette Facebook e incursioni su Instagram. Una serie di post spesso privi di qualsiasi senso e contenuto di interesse politico, altrettanto spesso fuorvianti paragonabili a delle vere e proprie Fake News, altri semplicemente informativi sulla attività frenetica del senatore che viaggia ormai ininterrottamente da una parte all'altra dell'Italia a rincorrere l'elezione di turno. Per contrastare questa invasione permanente dei social si sono formate due scuole di pensiero: la prima che invita tutti a ignorare la propaganda social del leghista e soprattutto si non rilanciare o semplicemente postare i suoi deliri, la seconda invece che mira a ribattere colpo su colpo le sue esternazioni soprattutto quelle palesemente false e fuorvianti. Due strade entrambi difficilmente percorribili pedissequamente. Senza voler fare paralleli non del tutto riproponibili, la storia insegna che ignorare molto spesso e quasi certamente porta a conseguenze drammatiche facendo risvegliare i cittadini quando ormai è troppo tardi ed il danno è fatto. Salvini è uno dei politici più pericolosi della storia della repubblica italiana sia perché proviene da un partito,la Lega, che ha fatto del razzismo, della divisione e dell'odio il proprio manifesto, sia perché agisce subdolamente cavalcando le insofferenze e i disagi di quella parte della società abbandonata a se stessa. Il suo linguaggio, oltre i falsi sorrisi i bacioni e gli abbracci, è pieno d'odio e di violenza soprattutto quando c'è da stigmatizzare i comportamenti di immigrati, per diventare permissivo o noncurante quando gli stessi comportamenti sono tenuti da cittadini italiani. Ignorare totalmente quindi non sembra la strada migliore per combatterlo. Contrastarlo in ogni sua esternazione non è altrettanto facile in quanto il leghista si avvale di una macchina da guerra formata da un gruppo di persone, pagate profumatamente con i soldi nostri, che lavorano 24 ore su 24 per coprire ogni evento, ogni spostamento, ogni esternazione (alcune anche create ad Hoc), ed ogni sospiro del loro padrone verde. Il contrasto però può concretizzarsi sue quei post che o sparano affermazioni palesemente false (come quelle sui porti chiusi, o sulla diminuzione degli sbarchi grazie al suo operato, o sulla necessità di leggi speciali per garantire la sicurezza) oppure sulle idee politiche (veramente poche e facilmente contestabili) tipo la flat tax o l'abbandono dell'europa e dell'euro (mai apertamente dichiarati ma sempre velatamente perseguiti dalla Lega). Si tratta quindi di contrastare con intelligenza un uomo che per la stragrande maggioranza della giornata scrive cavolate, che vanno quindi giustamente ignorate e non ritwittate per non svolgere la funzione della cassa di risonanza, ma che quando scrive notizie false o prospetta le sue idee balsane piene di oddio e razzismo deve essere ribattuto con argomentazioni che solitamente non sono difficili da scrivere. E' una guerra dura ma anche sui social deve essere condotta se si vuole in qualche modo tentare di evitare quel disastro che potrebbe essere svegliarsi una mattina e ritrovarsi un uomo che Matteo Salvini a capo del governo della Repubblica Italiana.

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