mercoledì 8 gennaio 2020

Il nuovo terrorista è entrato in azione


Era solo questione di tempo per vedere in azione il nuovo terrorista a capo della più grande potenza militare del pianeta: Donald Trump. Era chiaro fin dalla sua campagna elettorale durante le presidenziali del 2016 che il presidente americano dal ciuffo biondo sarebbe, prima o poi, entrato in azione contro tutti e contro tutto mettendo in pericolo la già traballante pace sull'intero pianeta. Trump si è mosso fin dal suo insediamento alla Casa Bianca come un pachiderma buttandosi e testa bassa contro tutti o tutto in nome della difesa degli interessi americani ma mettendo in questo modo in pericolo gli interessi mondiali. Dopo aver faticosamente, grazie anche all'invasione di Iraq ed Afghanistan con le conseguenti guerre, tentato di circoscrivere il terrorismo islamico che nel frattempo si è spostato dagli Stati Uniti in Europa, in Iraq e in Siria, dopo aver quasi totalmente sconfitto l'Isis, ecco che sulla scena irrompe il nuovo terrorista con un'azione spettacolare. Un'azione che è solo l'ultimo episodio di una politica non più di dialogo o di tentativi di collaborazione per cercare di portare la pace dopo due decenni di guerre, ma di scontro su tutti i fronti. Dopo aver sottratto gli Usa agli accordi con l'Iran per limitare la sua corsa al nucleare, dopo aver imposto la politica dei dazi mettendo di nuovo in crisi l'economia mondiale, dopo aver provocato il mondo arabo spostando l'ambasciata americana in Israele a Gerusalemme, ecco la perla dell'azione militare per uccidere il generale iraniano Soleimani. Un'azione che non è rivolta solo contro un "terrorista" riconosciuto universalmente ma contro un simbolo per quel paese, l'Iran, con il quale Obama aveva faticosamente steso accordi per normalizzare una situazione esplosiva. Donald Trump è entrato a gamba tesa nella faccenda Soleimani che era già da tempo nel mirino degli israeliani che però agivano in maniera molto più "intelligente" per non accendere una miccia che potrebbe portare ad una deflagrazione distruttiva. Ora gli sviluppi sono imprevedibili ed ancora una volta il mondo occidentale si muove da provocatore innescando le inevitabili reazioni dell'Iran e di tutto il mondo arabo che porteranno, anzi hanno già portato, ad azioni sia di guerra e molto probabilmente di terrorismo cancellando quei pochi passivi in avanti fatti nella lotta al terrorismo. Nel frattempo l'Europa, come sempre in queste occasioni, appare un'entità incapace di parlare una voce unica ed incapace di contrastare non solo potenze come Stati Uniti, Russia e Cina ma perfino la Turchi di Erdogan che sta inviando sue truppe nella bolgia Libica. In quanto all'Italia, è il caso di stendere un velo pietoso: in Italia qualsiasi evento ormai viene utilizzata per la misera propaganda politica interna e l'attentato terroristico di Donald Trump non si sottrae a questa consuetudine.

Nessun commento: