giovedì 30 gennaio 2020

Non più giornate della memoria


Ormai non passa giorno che non si celebri qualche avvenimento, qualche ricorrenza storica, qualche evento o qualsiasi altra amenità. C'è la giornata della pace, la giornata della donna, la giornata del bacio, la giornata degli insegnanti, la giornata per la fame nel mondo e chi più ne ha più ne metta. Fino ad arrivare al 27 gennaio giornata della memoria per poi il giorno successivo conclamare la giornata della protezione dei fati personali. Insomma una specie di frullato o mixer dove si passa da temi seri e importanti ad altri frivoli, insignificanti e privi di qualsiasi ricaduta significativa. Ed è proprio questo frullato planetario che finisce per relegare nell'indifferenza anche quelle ricorrenze che dovrebbero non solo essere celebrate ma soprattutto ricordate e non dimenticate. Una di queste ricorrenze sarebbe la giornata della memoria che dovrebbe non far dimenticare le atrocità che si sono verificate negli anni 30-40 con la seconda guerra mondiale, con il nazismo, il fascismo e le leggi razziali. Ma è sufficiente una giornata per non dimenticare quegli avvenimenti o forse servirebbe ben altro. A giudicare dal recente rapporto dell'Eurispes (Istituto di Ricerca degli Italiani) il quale documenta come circa il 15,6 degli italiani nega che la Shoa sia mai esistita, mentre fra coloro che ammettono la Shoa, il 16,1% afferma che non ha prodotto il numero di vittime storicamente accertato. Il dato forse più eclatante è il seguente: nel 2004 le persone che negavano la Shoa erano circa il 2,7%, la giornata della memoria è stata istituita nel 2005 ed oggi nel 2020 quella percentuale di nagazionisti è passata al 15,6%. Sembra quindi che il 27 gennaio, giornata della memoria, abbia avuto come prima conseguenza la negazione stessa della Shoa e la cancellazione della memoria. E' un dato impressionante, sconvolgente ma non così strabiliante e non aspettato se considerano due fattori: la scuola, che da sempre nei suoi programmi non tratta diffusamente di quel periodo storico, la politica che ha sdoganato da Berlusconi in poi razzismo, fascismo e antisemitismo. Assolutamente inutile ricordare per un giorno le atrocità nazzi-fasciste commesse verso non solo gli ebrei se poi la scuola evita di trattare quel periodo storico e se la politica, nelle sue frange di destra, tenta un revisionismo storico becero e falso. Quando un politico come Alessandra Mussolini accusa Liliana Segre di fomentare l'odio contro il fascismo e nessuno alza un dito per rimandare al mittente quelle accuse indegne, si capisce che la giornata della memoria perde di qualsiasi significato e diventa semplice ipocrisia. Quando una formazione politica che siede in Senato si permette di, non solo di non votare contro una proposta di Liliana Segre, scampata ai campi di concentramento, ma anche semplicemente di onorarla e applaudirla è chiaro che la giornata della memoria è semplicemente una presa in giro per la stessa Segre. Soprattutto però se questi personaggi fuori dl tempo e dalla storia che vorrebbero riportare indietro le lancette della storia, sono nelle istituzioni in quanto votati da una parte dei cittadini, allora è chiaro che più che una giornata della memoria servirebbe ben altro: questa politica è semplicemente il frutto dell'ignoranza, quella ignoranza che rischia di portare il paese indietro nel tempo.

"Questo è un semplicissimo messaggio di nonna che io vorrei lasciare ai miei futuri nipoti ideali: spero siano in grado di fare la scelta e, con la loro responsabilità e la loro coscienza, essere sempre come la farfalla gialla, disegnata da una bambina di Terezin deportata in un campo di concentramento, che vola sopra i fili spinati. Che la farfalla voli sempre sopra i fili spinati."

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