giovedì 12 settembre 2019

Gli italiani tirati per la giacchetta


La parola più utilizzata nelle varie dichiarazioni e nei vari discorsi di questo mese di pazza crisi di governo dai politici del nostro paese è stata: GLI ITALIANI. Tutti coloro che hanno usato questo termine (e lo hanno fatto tutti da destra a sinistra passando per il M5S) lo hanno utilizzato come se fossero i rappresentanti dell'intera popolazione di 60 milioni di abitanti. In realtà ogni partito/movimento in realtà rappresenta solo una minoranza del paese in virtù di quel 30% di astensione registrata alle ultime elezioni. Comunque tutti hanno utilizzato GLI ITALIANI per perorare la loro causa, qualunque fosse, naturalmente perseguita per il bene degli italiani stessi. Non fatevi raggirare: in realtà gli avvenimenti di questo mese, crisi di governo e relativa soluzione, si sono svolti nel comune interesse politico dei vari attori, partiti movimenti e loro rappresentanti.
SALVINI ha acceso la miccia della crisi di governo ma non perché, come ha dichiarato, la Lega era impossibilitata a governare dai No del M5S, quanto molto più semplicemente per fame di potere. L'ex ministro dell'interno, molto bravo a fare il bullo con i deboli, a imbonire le folle ululanti ma completamente inadeguato (oltre che pericoloso) a fare politica, ubriacato dai mojito e dalle richieste di centinaia di selfie ai vari comizi, ha pensato che sarebbe stato il momento buono per aumentare il numero di POLTRONE. Ha dichiarato guerra al governo, SENZA NATURALMENTE ABBANDONARE LE POLTRONE occupate fino a quando il Presidente Conte non è andato a dare le dimissioni. Ha fatto i conti senza l'oste impersonato in questo caso dal Presidente della Repubblica che ha semplicemente agito come avrebbe dovuto fare ogni Capo dello Stato: rispettare la Costituzione. Quando poi ha visto sfumare il suo progetto reazionario, andare al voto e occupare tutte le poltrone disponibili, ha iniziato a vaneggiare sull'Europa e sui grillini che avrebbero cambiato idea in occasione del voto per la presidenza della commissione europea. Per fortuna c'è la rete che, oltre a molti danni e aspetti negativi, ha anche un memoria di ferro. Il 2 luglio 2019 Salvini twittava: "A prescindere dai nomi, l’importante è che in Europa cambino le regole, a partire da immigrazione, taglio delle tasse e crescita economica. E su questa battaglia l’Italia sarà finalmente protagonista. #vonderLeyen”. Insomma il buon Salvini era d'accordo con M5S e con Conte per appoggiare la commissaria, ma forse anche quel tweet era stato ruttato sotto i fumi dell'alcool, dopo un selfie o dopo aver addentato un hamburger con birra.
IL PARTITO DEMOCRATICO è stato poi il primo attore a indirizzare la crisi di governo verso una possibile soluzione ma non certo per il bene degli italiani. Il segretario Zingaretti aveva sempre dichiarato mai con il M5S proseguendo sulla linea renziana, ma il buon Renzi ha fatto subito due conti. Andare alle elezioni significava perdere tutti i suoi fedelissimi nei gruppi parlamentari e quindi essere ridotto a contare come il due di coppe quando la briscola è bastoni. Ed ecco allora la giravolta del bullo di Rignano che ha subito spinto per trovare un accordo con gli odiati grillini e formare il nuovo governo. Il buon Zinga si è trovato spiazzato ma avendo tutti i gruppi parlamentari contro la sua linea ha dovuto anche lui sterzare bruscamente e dare la propria disponibilità per la nuova alleanza. Altro che bene degli italiani anche in questo caso sul bene dei cittadini ha prevalso il bene di Matteo Renzi.
IL MOVIMENTO 5 STELLE si è trovato quindi a decidere se tentare il governo con i vecchi nemici oppure rifiutare ed andare alle elezioni. E qui è intervenuto il PADRONE del M5S, Davide Casaleggio, che ha fatto rapidamente due conti. I parlamentari del movimento sono circa 315 (erano 321 ma ci sono state alcune defezioni), ogni parlamentare versa 300 euro al buon Davide per la gestione della piattaforma Rousseau (la piattaforma informatica attraverso la quale Casaleggio controlla il M5S, niente di nuovo più o meno come Berlusconi utilizzava le sue televisioni per sostenere Forza Italia) il che vuol dire un introito di 93.000 euro e rotti ogni mese. Andare al voto avrebbe significato per il M5S perdere circa la metà dei propri parlamentari e per Casaleggio quindi perdere oltre 45.000 euro al mese di introiti puliti e quindi il conto è presto fatto: bisognava a tutti i costi dare vita ad un nuovo governo e non interrompere la legislatura. Altro che democrazia diretta, che voto o line, che consultazione degli iscritti, qui si parla di euro non del bene degli italiani.

Intendiamoci il nuovo governo M5S-PD è perfettamente legittimo e costituzionale, nessun inciucio, nessun colpo di stato, nessuna manovra di Bruxelles e chi sostiene queste tesi dovrebbe essere sbattuto fuori a calci nel sedere dal parlamento, ma da qui a sostenere che tutto è stato fatto nell'interesse degli ITALIANI, ce ne corre.

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