venerdì 27 ottobre 2017

Renzi: contagia con il virus della falsità e continua a rottamare il Partito Democratico


Confesso di non aver mai nutrito simpatia per il progetto del Partito Democratico che ho sempre visto come un carrozzone politico nel quale furono fatti salire soggetti politici talmente diversi da prevedere una difficile convivenza. Troppo distante da quello che fu il più grande partito comunista europeo anche se già le sue fondamenta erano state minate da Occhetto con la trasformazione del PCI in DS. E' vero che forse era l'unico modo per cercare di contrastare l'ascesa di Berlusconi e del centro destra, fatto sta che la sua nascita comportò la caduta del governo Prodi e la sconfitta alle successive elezione nelle quali Veltroni decise di far correre il PD da solo. Il Pd comunque piano piano perse alcune foglie incompatibili anche con un progetto di sinistra sebbene fortemente annacquato. Poi però è arrivato Renzi, un democristiano doc, che a colpi di modifiche delle regole, una su tutte aprire le primarie a chiunque avesse voglia di buttare 2 euro, ha conquistato il partito nel segno della "rottamazione" della vecchia politica. Renzi ha dimostrato subito la sua natura: promesse per conquistare la poltrona (dal "mai al governo senza passare per le elezioni" al "dobbiamo approvare una legge elettorale che consenta ai cittadini di scegliere i propri parlamentari" passando per "l'art. 18 non è il problema del lavoro in Italia") tutte puntualmente disattese una volta raggiunto l'obiettivo. Un susseguirsi interminabili di proclami come l'ultimo in occasione del referendum del 4 dicembre che prometteva il ritiro della politica in caso di sconfitta. Questa sua peculiarità del bugiardo patentato ha finito per contagiare anche altri appartenenti al Pd a partire dalla sua beniamina Maria Elena Boschi per finire il taciturno Gentiloni. La Boschi oltre a disattendere la stessa promessa di dimissioni dopo il 4 dicembre, si è avventurata poi nel caso Banca Etruria giurando in parlamento di non essersene mai occupata mentre in realtà a cercato di fare pressione per convincere Unicredito ad acquisire la banca in fallimento. Mentre però il virus della bugia ha trovato terreno fertile nella Boschi, si pensava che il buon Gentiloni ne fosse immune ed invece ecco che cade anche lui colpito dal Renzinum: nel discorso di insediamento del suo governo Gentiloni prometteva davanti a Camera e Senato che il governo si sarebbe astenuto da intervenire nella procedura di approvazione della legge elettorale (peculiarità del parlamento) salvo poi rinnegare la sua affermazione e porre la questione di fiducia sia alla Camera che al Senato per far approvare la legge. Chi l'avrebbe mai detto che Renzi sarebbe riuscito a infettare il buon Gentiloni. Ma l'opera distruttrice di Renzi non si è fermata solo alla diffusione del virus della fandonia ma è continuata proprio come aveva promesso nella rottamazione. Solo che ha rottamato parti del suo partito costringendo l'ala più a sinistra del Pd ha lasciare sebbene dopo aver condiviso riforme come il Jobs Act che ha cancellato l'art. 18 e qualsiasi diritto conquistato da anni di lotte dai lavoratori. I tanti hanno abbandonato e l'ultimo in ordine cronologico è il distacco più clamoroso: il presidente del Senato, la seconda carica dello Stato, che lascia il partito a causa della scelta di chiedere la fiducia sulla legge elettorale. Un fatto clamoroso che la dice tutta sull'opera distruttrice di Renzi compiuta grazie ad un gruppo di fedeli che gli stanno intorno nel tentativo di non perdere il posto alle prossime elezioni. Oggi altro fatto clamoroso nel consiglio dei ministri. Gentiloni propone, contro il desiderio di Renzi, Visco per la conferma alla guida di Banca Italia, Mattarella accetta e i ministri renziani (Delrio, Boschi, Lotti, Martina) disertano il consiglio dei ministri che doveva procedere alla nomina. Uno schiaffo a Gentiloni ma anche a Mattarella, un comportamento antidemocratico che affianca ancora di più Matteo Renzi al suo padre putativo Silvio Berlusconi, stessa pasta ma il primo è ancora più pericoloso del secondo in quanto prende in giro milioni di italiani convinti ancora di votare un partito di sinistra. 

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