sabato 1 luglio 2017

Il fallimento del "rottamatore"

 
Uno degli aspetti più antipatici (per non dire più odiosi) dell'ascesa alla ribalta politica nazionale di Matteo Renzi è stato quello di presentarsi come "il rottamatore" della vecchia politica e dei vecchi politici soprattutto. Un compito che già avrebbe dovuto mettere in guardia chi non lo conosceva sulla sue presunte qualità di statista e di politico in grado di governare. Invece di attingere alla fonte della esperienza passata (positiva o negativa non era poi rilevante) di chi aveva già occupato cariche rilevanti nella politica del paese, lui si presentava come quello che avrebbe tolto di torno, utilizzando il termine "rottamare" utilizzato fino ad allora per oggetti e non per le persone, tutto il passato incarnato in personaggi come D'Alema, Prodi, Veltroni, Berlusconi e via dicendo. Dopo quattro anni e tre di governo in realtà il buon Matteo ha finito per rottamare il Partito Democratico ed il suo storico giornale l'Unità, mentre tutti i personaggi di cui sopra sono tornati in auge dopo, quelli che appartenevano al Pd, aver lasciato il partito stesso. Tre anni di governo disastrosi con riforma costituzionale bocciata dal voto popolare, riforma elettorale bocciata dalla corte costituzionale, riforma della pubblica amministrazione rimandata due volte a settembre proprio dalla corte costituzionale, riforma del lavoro che ha aperto le porte al lavoro precario diventato tale anche per i contratti a tempo indeterminato grazie alla liberalizzazione del licenziamento, questi sono i passaggi fallimentari del governo Renzi. In materia di rottamazione le uniche "rottamazioni" portato a termine sono quelle del Pd, diviso e perdente a partire dalle elezioni europee in poi, ed il suo storico giornale l'Unità. La seconda vittima del processo di rottamazione è proprio lo storico giornale, quello che negli anni 50-60 veniva portato direttamente nelle case dai volontari del Partito Comunista Italiano e che rappresentava un pezzo importante di quella storia. L'agonia del giornale è iniziata con la nascita proprio del Partito Democratico, ma l'assassinio finale è stato proprio condotto da Matteo Renzi che invece di provare a risollevarlo, proprio oggi 1 luglio ha dato vita ad un altro giornale on line "Democratica". E' proprio la nascita di questa testata virtuale ha dimostrare l'intenzione del giovanotto di Rignano, primo segretario democristiano dell'ex partito comunista, ha dimostrare la premeditazione nella morte annunciata dell'Unità. Un altro passo verso il definitvo, per chi ancora avesse dei dubbi, distacco del Partito Democratico dell'area politica della sinistra per un ulteriore passo di avvicinamento al centro e soprattutto alla destra rappresentata da Berlsuconi e Forza Italia (a quando la fusione dei due partiti ?).  Grazie Renzi per aver cancellato un altro pezzo di storia della più grande sinistra europea, ma non la cancellarai mai dai cuori di coloro che non si sono mai venduti per un posto, per un voto, per una poltrona o per una maggioranza che governa contro le fasce più deboli della popolazione.

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