venerdì 14 luglio 2017

Nel paese dei quaquaraquà ... anche i grilli scrivono libri


Si dice che gli italiani non leggono (dati Istat: nel 2016 4 milioni di lettori in meno rispetto al 2010, 57% popolazioe dichiara di non aver mai letto un libro) poi vai in libreria e ti rendi conto prché gli italiani non leggono: perché siamo un paese di scrittori. Scrivono tutti cantanti, attori, calciatori, giornalisti e naturalmente politici. Ora mentre anni indietro un non-scrittore di professione scriveva un libro per raccontare esperienze vissute, magari quando le stesse esperienza fossero concluse, oggi questa tendenza è completamente cambiata: si scrive in corso d'opera quando quindi la capacità di analisi storica non è certamente matura per analizzare fatti avvenuti da poco tempo. Sinceramente non saprei come inquadrare il libro di Matteo Renzi, intendiamoci non l'ho letto e me ne guardo bene, ma il giovanotto, che continua a fare il simpatico in televisione tanto da finire per essere uno dei più antipatici fanfaroni, con la complicità dei giornali ha fatto in modo di far conoscere la sua "opera" anche ai non lettori. Il quadro che ne è uscito non è diverso da quello che si ha ascoltando per soli 10 minuti l'ex presidente del consiglio: un spara parole autoincensanti ma spesso, se non quasi sempre, false rispetto alla realtà dei fatti. Per non parlare poi dei suoi cambi di parere su problemi seri ai quali ci ha abituato in questi quattro anni e che nel libro si ripetono. Mettendo da parte lo "squallore" e la "falsità" con cui racconta la vicenda di Letta (come se la direzione Pd che decise la "successione" non fosse stata trasmessa in streaming dopo il famoso #lettastaisereno o come se non si fosse visto il passaggio di consegne a Palazzo Chigi), c'è poi la questione attuale quella dell'immigrazione sulla quale tutti i "quaquaraqua" del nostro paese si impegnano quotidianamente a chi la spara più grossa. Sulla questione Renzi ha cambiato radicalmente direzione passando dal "bisogna accogliere tutti" alla parola d'ordine leghista e destrorsa "Aiutiamoli a casa loro". Ora nessun problema a cambiare opinione, ma se la si cambia in maniera così radicale si avrebbe il dovere almeno di dare maggiori delucidazioni sul perché e soprattutto sul come attuare la nuova strategia. Perché tutti siamo bravi ad espletare un programma politico a suo di slogan (Berlusconi ci ha vinto le elezioni tre volte e Matteo Renzi sta ripercorrendo quella strada) del tipo "meno tasse per tutti", "un milione di posti di lavoro", "giustizia più veloce" e via dicendo ... il problema e la sostanza dovrebbe stare sul come attuare poi questi slogan. Ecco allora che la parola d'ordine "aiutiamoli a casa loro" potrebbe anche essere la strada più giusta se si aggiunge un pezzo relativo al come, quando e in che modo. Che vuol dire aiutiamoli a casa loro quando contemporaneamente a casa loro ci sono le multinazionali del capitalismo occidentale che sfruttano le risorse naturali di quei paesi (diamanti, gas, petrolio, uranio, etc. etc.) affamando allo stesso tempo quei popoli ? Aiutiamoli a casa loro non sgnifica mettere soldi sulla voce cooperazione ma capire poi come quei soldi saranno utilizzati e investiti dai governi stessi (per lo pù governi di stampo dittatoriale) oggetto della cooperazione. In quei paesi la gente scappa non solo per le semplici condizioni economiche ma anche perché manca assolutamante l'istruzione, l'assistenza sanitaria e soprattutto la possibilità di innalzare la propria condizione sociale. E questa situazione è l'effetto dello sfruttamente occidentale quindi il primo passo per aiutarli a casa loro sarebbe SMETTERE DI SFRUTTARLI ... Matteo Renzi saresti capace di mettere in campo un programma di questo genere ? Ho dubbi anzi quasi certezze .. certo che no altrimenti quale migliore occasione di un libro per spiegare il progetto di "aiutiamoli a casa loro".

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