mercoledì 11 gennaio 2017

Cara Camusso hai fregato i lavoratori


La Corte Costituzionale non ammette il referendum sull'art. 18 per il quale avevano firmato circa 3.500.000 di lavoratori: sentenza politica, ricorso alla corte europea sono le reazioni dell'opposizione leghista e della cgil. In realtà si tratta di una grande truffa da parte del sindacato ai danni di chi ci aveva creduto in questo referendum. Una truffa iniziata quando il sindacato ha accettato senza colpo ferire, se si esclude uno scioperetto di 4 ore indetto di venerdì in modo da garantire un weekend lungo, la riforma del lavoro targata Renzi-Poletti. Una riforma che di fatto portava a termine il progetto dei governi di centro destra di stampo berlusconiano: la cancellazione dei diritti dei lavoratori sanciti dallo statuto dei lavoratori e dall'articolo simbolo di quello statuto, l'art. 18. Una riforma che quindi liberalizzava il licenziamento come si è potuto verificare nei mesi successivi quando i licenziamenti sono aumentati in maniera significativa. Il sindacato non si è scomodato minimamente ad organizzare manifestazioni di protesta contro un atto così "violento" dal punto di vista normativo perpretato poi da un partito che si professava e si professa di sinistra. Il ricorso al referendum è stata l'unica promessa che la Cgil ha saputo mettere in atto, ma il trucchetto per salvare questa riforma antilavoratori era insito nel quesito proposto. Il sindacato non si è limitato a chiedere la cancellazione dell'articolo abrogativo dell'art. 18 ma si sbilanciato nel chiedere l'estensione del suddetto articolo anche ad aziende com meno di 15 dipendenti. Risultato: inamissibilità del referendum on quanto il quesito non si limita a chiedere l'abrogazione di una legge ma addirittura ad estendere la vecchia normativa. La Corte Costituzionale non aveva altra scelta: referendum cancellato. Ora volendo pensare male, e spesso non si sbaglia, il sindacato ha fatto una manovra bifronte eregendosi a difensore dei diritti dei lavoratori, ma commettendo un vizio di forma sostanziale sapendo bene che la corte costituzionale non avrebbe sorvolato sul quell'errore sostanziale. In questo modo si può scaricare la colpa direttamente sulla corte, insomma un altro pasticcio che si va a sommare nei tanti pasticci che questa classe dirigente, non solo sindacale, ad ogni livello sta commettendo.  Tanto è vero che già oggi a poche ore dalla sentenza della corte i dirigenti sindacali della Cgil, Camusso in testa, già si presentano con manifesti con riportato, riferito ai referendum, un 2 invece del 3. Li aveva già pronti ? Sapevano già del pronunciamento della Corte ?

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