martedì 9 agosto 2016

Legge elettorale e costituzione: la prima peggiora l'altra ma non la cambia


In questi giorni la minoranza del Partito Democratico chiede a gran voce a Renzi di cambiara le legge elettorale in cambio di un Si al referendum costituzionale che si terrà ... non si sa quando. Che dire ... questi di fatto rottamati del Pd a volte sono commoventi in questo loro gioco a rimanere attaccati con le unghie e con i denti ad un partito che è ormai definitivamente cambiato e spostato a destra ma che tentano strenuamente di non abbandonare per non venire cancellati definitivamente dal panorama politico. E finiranno anche questa volta come tutte le volte che in questi due anni e mezzi di governo Renzi hanno tentato di alzare la voce: per votare secondo i dettami del loro segretario. Ma ora che il referendum costituzionale è certo (anche se rimane incerta la data dato che il presidente del consiglio maramaldeggia in attesa di capire quale sarà il momento più opportuno) che cosa potrebbe cambiare realmente se la legge elettorale fosse modificata ? Poco o niente la nuova costituzione rimarrebbe un terribile pasticcio con un Senato di nominati e di dopolavoristi della politica con un caos per quanto riguarda il percorso legislativo di una proposta di legge. L'articolo 70 rimarrebbe incomprensibile e fonte di contenziosi senza fine a causa della poca chiarezza in merito alla funzione legislativa delle due camere, perché non dimentichiamolo che le camere rimagono due, il bicameralismo non è abolito ma anzi complicato. Il Senato rimarrebbe una camera non elettiva ma che si troverebbe a trattare tematiche importanti come le riforme costituzionali, le normative europee e tutto ciò che riguarda la normativa in ambito di diritti civili. Quindi una camera che decide su questioni importanti per la vita del paese ma che non rappresenta minimamente il paese ma esclusivamente la politica. Tutte queste oscenità della riforma costituzionale rimarrebbero qualsiasi modifica venga poi apportata alla legge elettorale. L'unico aspetto che potrebbe essere evitato sarebbe quello di trasformare la repubblica parlamentare in una democrazia governativa nella quale il capo del governo, sostenuto da un partito con un super premio di maggioranza, in una specie di superpremier in grado di fare e disfare le carte a proprio piacimento. E tutto questo senza modificare la costituzione per quanto riguarda questo importante aspetto. Ecco se la legge elettorale fosse cambiata introducendo un premio di maggioranza più contenuto alla coalizione e reintroducendo le preferenze, allora si avrebbe un leggero miglioramento e soprattutto una non trasformazione occulta della repubblica parlamentare, ma la sostanza della riforma costituzionale rimarrebbe. Quindi se le modifiche alla legge elettorale arriveranno, ben vengano ma il No alla riforma costituzionale rimarrebbe senza se e senza ma.

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