mercoledì 10 agosto 2016

La maga Boschi prevede: se voti No sette anni di sventure


Si pensava di aver toccato il fondo con i governi Berlusconi e ministri incompetenti il cui ruolo era solo quello di seguire i dettami del capo assoluto. Ministri che avevano fatto danni non indifferenti come quelli di MariaStella Gelmini nella scuola o che erano passati nell'indifferenza totale come la Brambilla o che avevano fatto di tutto per assecondare e salvare il proprio capo come Angelino Alfano con i suoi provvedimenti ad personam sulla giustizia. Uno di quei governi aveva anche tentato di riformare a costituzione, come sta facendo Renzi, ma poi la riforma era stata rispedita al mittente dal voto dei cittadini. Ma non eravamo ancora arrivati proprio al fondo del barile e ce ne stiamo rendendo conto in questi giorni grazie al presidente del consiglio Renzi ed alla sua ministra per le riforme, la maga Maria Elena Boschi. I due, con l'aiuto del plurindagato Verdini, hanno vestito i panni dei padri costituenti e hanno messo a punto l'ennesima riforma costituzionale (eh si l'ennesima perché l'affermazione che il paese è fermo nelle riforme è falsa). Fin qui niente di grave o di strano: si tratta dell'ulteriore tentativo di portare a termine una riforma della quale nessuno sente il bisogno. Il problema sta nel fatto che, ora che dovrà ancora decidere il voto popolare, il duo Renzi-Boschi oltre a metterla sul personale la sta buttando in cagnara con una serie di affermazioni fuorvianti, squallide e retoriche che niente hanno a che vedere con la riforma costituzionale. Da più parti si invoca di discutere nel merito, ma come si fa a discutere nel merito di una riforma così importante quando chi l'ha proposta e chi l'ha fatta approvare al parlamento minaccia una sventura dopo l'altra qualora il voto popolare bocciasse la riforma stessa. Siamo partiti con la riforma che fa ripartire il Pil, con la riforma che contrasterà il terrorismo fino ad arrivare ad ieri con le due ultime perle del duo comico Bschi-Renzi: "Chi invoca il no è contro il lavoro del parlamento", "Con i 500 milioni risparmiati si potranno aiutare i poveri". Ora difficile stabilire quale delle due ultime affermazioni sia la peggiore. Quella della Boschi dimostra oltre che arriganza e superbia, "un'ignoranza" unica sia in termini costituzionali che parlamentari che istituzionali. Insomma un ministro che fa un'uscita del genere dovrebbe essere spedito immediatamente ad altri incarichi e non di tipo politico-istituzionale. Più sottile, più ricattatorio, più ignobile il messaggio di Renzi che tenta di scaricare sui fautori del No un eventuale ulteriore impoverimento del paese. Come se ci fosse davvero bisogno di una riforma costtuzionale per risparmiare la miseria di 500 milioni di euro nei costi della politica. Quella cifra si può risparmiare con un semplice provvedimento che riduca gli emolumenti dei parlamentari o che ne riduca il numero, non c'è bisogno di imbastire una riforma incomprensibile. Insomma se questi sono i padri costituenti del terzo millennio non c'è proprio bisogno di entrare nel merito per capire che si tratta di una riforma da rispedire ancora una volta al mittente, ma sarà difficile se ancora una volta circa il 40% degli elettori si asterranno come sembra.

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