giovedì 11 agosto 2016

Il vizietto di Matteo Renzi


E' inutile è più forte di lui non c'è niente da fare e non c'è nemmeno da fargliene una colpa. D'altra parte è un giovanotto nato con i telequiz televisivi e cioè l'apoteosi della merceficazione: più rispondi più guadagni. La cultura monetizzata, ammesso che si possa parlare di cultura quella necessaria per primeggiare in un telequiz. E' nato e cresciuto in una società ormai abituata a monetizzare (basta vedere le olimpiadi attualmente in corso) e non può fare altro che applicare questa sua cultura anche alla politica. Appena arrivato alla presidenza del consiglio ha subito iniziato ad applicare questo suo mantra all'azione di governo. E' partito con gli 80 euro per i lavoratori dipendenti al di sotto di un certo reddito ma anche al di sopra della mera povertà. Un'operazione che gli è andata bene e che ha portato il suo partito, il Pd, ha primeggiare alle elezioni europee con un risultato senza precedenti. Anche grazie all'astensione rimpolpata da coloro che non avevano ricevuto l'elemosina renziana. Visto il successo dell'operazione ha introdotto lo stesso principio anche alla riforma del lavoro. Ha cancellato lo statuto dei lavoratori e l'articolo 18 che gaantiva un minimo di dignità al lavoratore ingiustamente licenziato. Ha sostituito il reintegro con un remunerazione monetaria. Sei licenziato ed il giudice stabilisce che il licenziamento è ingiusto ? Nessun reintegro ma solamente una quantificazione del danno subito e il pagamento di una cifra per il lavoro che hai perso. Uno dei provvedimenti più squallidi e più fascisti che un politico poteva prendere calpestando la dignità del lavoratore. Ma il giovanotto non si è fermato ed ha proseguito la sua politica monetaria elargendo anche agli insegnanti una cifra per il loro aggiornamento. Questa volta però i soldi investiti in questa categoria non ha sortito l'effetto voluto ed oltre alla sconfitta alle elezioni amministrative in questi giorni le proteste degli insegnanti sno vibranti contro la "deportazione" di massa dal sud al nord per un posto di lavoro. Ma anche questo insuccesso non ha fermato il presidente del consglio nonché segretario del Partito Democratico, ex partito della sinistra italiana. Siamo in piena campagna per il referendum costituzionale (di ottobre ? di novembre ? di dicembre ? non ci è dato saperlo per il mmento) ed il buon Matteo cade ancora nel suo vizietto. "Se passa il Si si risparmieranno 500 milioni di euro che saranno dati ai poveri". Certo qui l'impatto sarà diverso perché oltre alla cifra che non è certa (si tratta di una stima che in molti pensano esagerata) rimane da definire che cosa si intenda per povero nel linguaggio renziano. Matteo, quello segretario del partito, tralascia anche un piccolo particolare: che il Pd riceverà proprio 500 mila euro per la campagna per il Si, quindi nella migliore delle ipotesi il primo anno non ci sarà un euro per i poveri o per altre categorie di cittadini. Ma Renzi confida ancora nell'effetto sorpresa anche se ormai sono in molti ad aver capito il giochino del presidente del consiglio, che pensa ancora di trovarsi alla ruota della fortuna e che mette in gioco il futuro del paese e della legge più importante che ne regola la vita democratica per 500 mila euro.

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