giovedì 2 aprile 2015

La forza di Renzi ? ... i giornali


Renzi è sicuramente, come riconosciuto da chiunque, un grande comunicatore. Talmente grande che riesce a convincere chi lo ascolta di qualunque cosa. Il suo linguaggio spesso da amicone del bar che ti da del tu e ti chiama per nome, la sua scenografia nell'illustrare non provvedimenti presi dal governo ma semplicemente delle linee guida, la sua abilità di ricevere la fiducia dal parlamento su provvedimenti inesistenti e completamente da scrivere, costituiscono il vero successo del suo primo anno di governo. Un successo testimoniato perfino dalla compiacenza continua dei giornali che esaltano qualsiasi sua dichiarazione e tralasciano del tutto i fatti che smentiscono le dichiarazioni esultanti del presidente del consiglio. E' qui che si misura appunto la capacità comunicativa di Renzi. La dimostrazione lampante la si può constatare in questi giorni a proposito dei dati sull'occupazione. Dopo l'approvazione della scellerata riforma del lavoro un paio di settimane fa il responsabile dell'Inps dichiarò che c'erano state circa 79.000 richieste da parte di aziende di poter accedere agli incentivi previsti dalla riforma (esenzione dei contributi per tre anni relativi alle nuove assunzioni). Subito Renzi e Poletti si sbracciarono per dichiarare che il jobs act stava subito dando i primi frutti con 79.000 nuove assunzioni. Già questa era un'interpretazione falsa del dato trasmesso dell'Inps e che il direttore stesso aveva spiegato che non si poteva sapere se si trattava di nuove assunzioni o meno. Fatto sta che gli annunci araldaci di Renzi furono ripresi da tutti i giornali (meno uno a dire il vero) strombazzando ai quattro venti il successo della nuova normativa sul lavoro. Intanto si dimenticava che anche se quel numero, 79.000, fosse stato davvero relativo a nuove assunzioni per dare un giudizio positivo si sarebbero dovuto aspettare almeno tre anni quando cioè, scaduti gli incentivi e con la libertà assoluta di licenziamento grazie alla cancellazione di qualsiasi tutela dei lavoratori, gli stessi 79.000 fossero stati confermati e non licenziati come probabilmente sarebbe avvenuto. Poi però è arrivato il dato dell'Instat che annuncia l'aumento della disoccupazione alla faccia dei 79.000 presunti nuovi assunti. In realtà queli 79.000 non erano nuove assunzioni ed inoltre ci si era totalmente dimeticati di conteggiare anche chi aveva nel frattempo perso il lavoro: risultato per il momento la riforma del lavoro non produce effetti in quanto il problema non è tanto agevolare le assunzioni con incentivi e libertà totale di licenziamento, ma fare in modo che il lavoro ci sia e qui i problemi essenzialmente sono due ... oltre alla crisi che però sembra risolversi anche se non per merito del governo .... le pastoie burocratiche e la corruzione. Nel frattempo i giornali (semper escluso uno, il Fatto Quotidiano) mettono sotto silenzio o quanto meno minimizzano il dato dell'Istat così come il governo tace sulla bufala messa in circolazione qualche giorno fai sui 79.000 nuovi posti di lavoro. Ma quella non è stata l'unica bufala, c'è anche quella degli 80 euro che come tutti coloro che li hanno ricevuto, 80 non sono in quanto poi ci sono le tasse che ormai affogano il paese ed i lavoratori "onesti". Insomma bufala dopo bufala si va avanti e con il beneplacito dei mezzi d'informazione.

Nessun commento: