giovedì 24 luglio 2014

Re Giorgio fuori controllo


Il Presidente della Repubblica ha avuto il grande merito nel suo primo settennato di fermare il presidente del consiglio condannato ogni volta che c'erano gli estremi per farlo, se ci fosse stato un altro presidente probabilmente il pregiudicato avrebbe combinato ben altri guai di quelli che è comunque riuscito a fare. In questo secondo mandato però Giorgio Napolitano si sta giocando tutto il credito acquisito nei suoi primi anni. Certo la responsabilità non è solo sua ma anche di tutto il parlamento, Pd e Pdl in testa, che lo hanno costretto ha farsi rieleggere, unico caso della storia della repubblica. Ora il presidente non vede l'ora che quelle riforme che aveva chiesto siano portate a casa dal governo Renzi, per poi lasciare ed abdicare, ma questo suo legittimo desiderio non lo autorizza nè ad accettare qualsiasi tipo di riforma nè tanto meno a bacchettare il parlamento, il Senato in questo caso, perchè chi si oppone democratocamente a questa riforma scellerata sia messo a tacere senza se e senza ma. Per la seconda volta in tre giorni Re Giorgio, ormai la sua figura è equiparabale ad un monarca e non più ad un garante della costituzione di un paese democratico, invita il Senato ad andare avanti ma non si ferma solo agli inviti. Ieri ha ricevuto il presidente del senato e Nichi Vendola di Sel, il partito che da solo ha presentato circa 6.000 emendamenti, per bloccare l'assalto alla democrazia. Un comportamento inaccettabile per una paese a democrazia parlamentare. Invece di chiedere che sia dia ascolto alle molti voci sia da parte della politica, che da parte dei cittadini e di costituzionalisti, che si alzano contro questa controriforma e garantire all'opposizione di far sentire la propria voce, Napolitano cerca di bloccare e mettere a tacere queste voci. Che poi basterebbe accettare una piccola modifica al disegno Renzi-Berlusconi: accettare l'idea del Senato elettivo. Con questa apertura la riforma andrebbe in porto velocemente e senza problemi come richiesto dal governo. Ma il paese è ormai sotto ricatto di un pregiudicato invischiato, come si è dimostrato anche in questi giorni, con la mafia e che ora detta le regole per riformare niente meno che la costituzione. Il tutto con la complicità di un giovanotto pieno di ambizione come Renzi e con il bene placito del Presidente della Repubblica: che cosa vogliamo ancora per capire che si sta veramente finendo di annientare la democrazia ?

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