domenica 6 gennaio 2013

Dalle agende personali alla società civile


Il caos politico derivante dalla caduta e dall'abbandono delle ideologie è davanti a tutti proprio in questi giorni di avvio della campagna elettorale per le prossime elezioni politiche. Si coniano nuovi termine il cui significato viene stravolto ed utilizzato a proprio uso e consumo per creare confusione fra i cittadini e gli elettori. Si arriva addirittura a teorizzare la perdita di significato di termini semplici nel panorama politico come destra e sinistra dando vita ad un gran calderone in cui tutti appassionatamente cercano di conquistare la tanto agognata poltrona. Perhè ormai è chiaro anche ai bambini delle elementari che la politica, se ancora si può abusare di questo termine tanto bistrattato, non è più una passione ma un business attraverso il quale assicurarsi un posto di potere ed un bel gruzzulo per garantirsi il futuro. Una volta si parlava di programma e non era nemmeno necessario specificarlo nel dettaglio perchè da una parte c'era la destra o meglio i fascisti, chiamiamo questa parte politica con il proprio nome, che miravano all'italianità al liberismo, al capitalismo sfrenato fregandosene della solidarietà, dell'equità, dello stato sociale. Dall'altra parte c'era la sinistra o meglio i comunisti, anche questa parte politica chiamiamola con il vero nome, che invece mirava ad uno stato che avrebbe dovuto essere presente per garantire servizi essenziali (sanità, trasporti, comunicazioni, energia, acqua .. etc.etc) a tutti e soprattutto alle classi meno abbienti. In mezzo varie sfumatore dal grigio al rosso (tanto per usare il titolo di una saga libraria di successo) che si spostavano a seconda della convenienza. Oggi questa chiarezza politica non esiste più e tutti si accavallano sopra gli altri dimenticando quello che dovrebbe essere il proprio ruolo ed il proprio modello di società. Ma questa appiattimento si è verificato soprattutto a sinistra dove con la nascita del carrozzone del Partito Democratico si sono persi quegli obiettivi che dovrebbero costituire il binario obbligato di un qualsiasi partito che si definisce di sinistra. Ecco allora che si parla di partito riformista, come se questa parola dovesse indicare chissà quali stravolgimenti nel modello di società, le riforme anche queste possono essere di stampo fascista o destrosro come quelle cercate dalla Lega e dal Pdl o di altra natura come quelle cercate omrai da nessun partito. Ecco allora che il programma del partito è diventato un'agenda che potrebbe sembrare una semplice analogia ma che in realtà identifica il cambiamento della natura organizzativa del partito stesso. L'agenda infatti identifica un qualcosa di più strettamente personale rispetto al programma ed infatti oggi le formazioni politiche sono diventate un qualcosa che si associa al nome del leader e non più un'organizzazione che persegue i propri obiettivi indipendentemente dal leader di turno. Una nuova moda inaugurata da Berlusconi, che come al solito ingannava i propri elettori facendo lopo pensare che votando lui avrebbero votato il presidente del consiglio, ma seguita subito da Fini, da Casini, da Di Pietro, da Vendola, da Grillo ed oggi ultimo arrivato da Monti. Monti ha battuto anche Berlusconi sul piano della presunzione e della strafottenza, ma è stato coerente con il significato del nuove termine agenda: questa è la mia agenda, ha detto il professore, chi ci sta è con me chi non ci sta è contro di me. Più o meno lo stesso comportamento di Grillo. Oltre al termine agenda si sta diffondendo un'altra parola fuorviante: la società civile. Tutti più o meno fanno appello alla società civile e dichiarano di inserire nelle loro liste personaggi appunto di questa società civile, come ad ammettere che il politico in quanto tale è un perfetto incivile. Ed allora sorgono altre stranezze e fatti curiosi. Il Partito Democratico mette in lista un magistrato ma addirittura alcune formazioni della sinistra radicale si raccolgono intorno al magistrato di turno, Antonio Ingroia. Uno stravolgimento ed un volta pagina storico per la sinistra radicale quella che ancora conserva fra i propri simboli la falce ed il martello. I magistrati sono da sempre stati i nemici della sinistra vera e non esiste un magistrato che possa essere inserito nella ideologia comunista, da sempre i magistrati sono personaggi di destra a dispetto di quanto ci ha voluto far credere il plastificato in questi anni (con buoni risultati fra l'altro). Oggi anche questo tabù è stato abbattutto contribuendo alla confusione totale. Da questo caos politico spuntano come funghi nuove formazioni, partiti, movimenti che non hanno alcun punto di riferimento se non slogan su presunti provvedimenti senza nemmeno collocare la loro azione nel momento economico finanziario e storico che stiamo vivendo. Altro che società civile ... siamo nella società del caos.

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