giovedì 29 aprile 2010

Un fallimento totale dall'economia all'ambiente

I segnali che il modello di sviluppo scelto dall'essere umano ormai a livello planetario, a parte qualche piccola eccezione, sia sbagliato e possa portare all'autodistruzione sono innumerevoli. Dalla crisi economica mondiale, ancora in pieno sviluppo nonostante le dichiarazioni sempre ottimistiche del nostro governo, ai disastri ambientali come l'ultimo che si sta svolgendo nel golfo del Messico. Si pensava che questi segnali, sempre più frequenti e di maggiore gravità, facessero in qualche modo avere un ripensamento all'umanità intera per cambiare rotta e dirigersi verso modelli di sviluppo più orientati alla salvaguardia ed al rispetto dell'ambiente e dell'essere umano. Ma i recenti avvenimento e le politiche dei vari governi, chi più chi meno, lasciano poche speranze in tal senso.
La recente crisi economica mondiale ancora non ha prodotto tutti i suoi effetti e quanto sta avvenendo in Grecia, e forse avverrà fra poco in Spagna e Portogallo, ne sono un segnale inequivocabile. L'ingordigia del capitalismo non ha limiti ma la crisi greca pone una questione che fino ad oggi era forse stata trascurata o non sufficientemente analizzata dai media e dagli analisti. Fino ad oggi alla crisi finanziaria ed economica si era risposto con interventi diretti dello stato a favore di banche e di industrie private in modo da evitare il tracollo definitivo, questo è quanto è avvenuto negli Stati Uniti, in Germania, in Francia e nel nostro piccolo anche in Italia. La crisi greca apre un altro fronte: quello del fallimento dello stato. In questo caso chi dovrà intervenire ? Ci si è interrogati a lungo in questi giorni ed alla fine si è convenuto che devono intervenire gli altri stati, ma ora il governo greco dovrà prendere provvedimenti seri e gravi. Chi pagherà a questo punto ? I soliti: operai e lavoratori dipendenti. Insomma il capitalismo tenterà di uscire dalla sua crisi riversando sulle classi più deboli e più facilmente intercettabili dei lavoratori dipendenti. Più o meno come è avvenuto in Italia in maniera diffusa e silenziosa, ma questa classe sociale fino a quando sarà disposta e sopportare ? In Grecia sembra si sia arrivati al limite ed i prossimi giorni diranno se siamo alle soglie di uno scontro sociale non indifferente.
Ma questa società non si limita a provocare danni solo nel settore economico e produttivo ma anche in quello ambientale. Quanto sta avvenendo nel Golfo del Messico è uno dei più grossi e gravi disastri ambientali che si siano mai verificati . Enormi quantità di petrolio stanno invadendo l'oceano con ripercussioni sull'ambiente marino che saranno gravissime. Su questo fronte molti governi, se pur a rilento, si stanno muovendo verso l'utlizzo e lo sviluppo di fonti energetiche alternative e rinnovabili. La indipendenza dal petrolio o dall'uranio è uno degli obiettivi che ogni governo lungimirante dovrebbe porsi sia per questioni economiche ma anche e soprattutto per problemi legati all'ambiente. Purtroppo ancora una volta il nostro paese rimane indietro dopo aver scelto la strada del nucleare, una strada lunga, che riproporra la questione degli approvvigionamenti come per il pertrolio e per il gas, ma soprattutto una strada pericolosa che non mette al ripari da disastri come quello che sta andando in scena nel golfo del messico.
Insomma l'umanità si muove velocemente si, ma in maniera poco integrata e soprattutto distruttiva sia verso se stessa che verso chi ci ospita: il pianeta e l'universo. Se si prosegue su questa strada le prospettive sono poco rosee.

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