mercoledì 21 aprile 2010

Quattro anni allo sbando e non è finita

Ormai questo paese è quattro anni che si trova senza un governo che si possa definire tale, troppo impegnati i politici della maggioranza prima di centro sinistra ed ora di centro destra a risolvere le proprie beghe interne piuttosto che di occuparsi dei problemi reali del paese.
Prodi, sterile vincitore delle elezioni del 2006 per un soffio di voti, fu investito dalla bufera Veltroni che si mise a lavorare per dare vita a quell'abominevole progetto politico del Partito Democratico piuttosto che sostenere un governo che doveva fare affidamento sulla solidità della salute di alcuni senatori a vita come la Montalcini, Andreotti e Cossiga. Quel governo, che comunque non avrebbe potuto andare avanti a lungo, avrebbe dovuto fare due semplici riforme: risolvere il conflitto di interessi e riformare la legge elettorale porcata di Calderoli. Ed invece al buon mortadella è stata preparata la trappola del PD fatta scattare davvero con un congegno ad orologeria perfetto per mandare a casa quella esperienza di governo senza incidere minimamente sulla vita del paese e suoi problemi che lo attanagliavano. I dirgenti dei Ds pensavano che con il Pd avrebbero poi sconfitto Berlusconi facendo a meno della sinistra estrema, un errore di valutazione drammatico che ha portato alla situazione attuale nella quale una discreta percentuale del paese, intorno al 25%, non è rappresentata in parlamento.
L'attuale governo Berlusconi non è stato per ora da meno del suo predecessore. Benchè assistito da una solida maggioranza, almeno fino ad oggi, il cavaliere si è impegnato prima di tutto a garantirsi una specie di immunità a vita rispetto ai propri problemi giudiziari che non sono pochi. Tentativi maldestri fino ad ora condotti con approssimatività e con poca conoscenza della costituzione oltre che rispetto sia degli alleati che dell'opposizione. E' vero che questo governo sotto la spinta della lega ha anche approvato le leggi vergogna sulla clandestinità favorendo la rinascita nel paese di una xenofobia senza precedenti, ma questo e' il pegno che il cavaliere ha dovuto pagare fino ad ora per l'appoggio della Lega. Ora poi il Pdl ed il suo capo assoluto si trovano a dirimere ancora una volta una questione interna, provocata dalla ribellione di Fini, che ormai ne ha piene le tasche delle sparate di Berlusconi. Sicuramente in questo caso la maggioranza di centro destra non porterà il paese ad elezioni anticipate come fece il centro sinistra nel 2008, ma di sicuro i mesi prassano senza che il governo si impegni su problemi seri di interesse nazionale. Non c'e' da meravigliarsi poi che il partito dell'astensione sia il vero partito di maggioranza relativa in un paese dove ormai la politica pensa più a se stessa che ai problemi degli italiani.


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