martedì 30 giugno 2020

E come al solito non cambia niente


Sembrano lontanissimi i giorni nei quali iniziava il famigerato lockdown o meglio il confinamento (si perché abbiamo una lingua molto ricca di vocaboli e quindi usiamoli) è iniziava il tam tam delle parole d'ordine, due su tutte: ce la faremo ... niente non sarà come prima. Parole d'ordine definitivamente disattese. Il ce la faremo è lontano da venire: il virus circola ancora in Italia ma circola ancora e in maniera molto preoccupante in tutto il mondo, grazie anche alla scelleratezza dei governanti come Trump o come Bolsonero. Soprattutto però ad oggi contiamo in Italia oltre 34mila morti e quindi è un "ce la faremo" molto fragile e ipocrita, non ce l'abbiamo fatta fino ad ora per il futuro vedremo, ma i morti rimangono. La seconda parola d'ordine "niente sarà come prima" si è già sciolta come neve al sole dopo nemmeno un mese di riapertura quasi totale. Era già il 2 giugno, quando solo il giorno dopo si sarebbe potuto tornare a viaggiare liberamente in Italia, e si era capito che tutto sarebbe stato come prima. I leader dell'opposizione, Savini-Meloni-Tajani, scendevano in piazza oltraggiando la festa della Repubblica ma soprattutto oltraggiando le norme sul distanziamento sociale mettendo a rischio migliaia di persone. Non è un caso che nelle settimane successive il Lazio poi sia diventata la regione con l'indice di contagio più alto. Era il segnale che per la politica l'emergenza dovuta all'epidemia Covid-19 sarebbe passata liscia come acqua fresca. A dire il vero l'opposizione impersonata da Salvini e Meloni durante tutto il periodo del confinamento non ha mai mostrato un atteggiamento costruttivo per aiutare il governo nell'affrontare l'emergenza quanto piuttosto ha usato tutte le sue frecce (spuntate per altro e per fortuna) per fare sciacallaggio politico come se ci si trovasse in una normale competizione politica. Ed ora tocca al governo che tenta di affrontare il dopo emergenza ma appare impacciato e avviato verso una strada pericolosa per un paese dove l'evasione, l'abusivismo e le mafie la fanno ancora da padrone. A parte la storia infinita del Mes che nessuno si decide a chiarire una volta per tutte semplicemente facendo riferimento ai documenti ufficiali, sarebbe molto semplice scoprire se davvero il Mes è a costo zero per quanto riguarda le spese sanitarie o se è una cambiale firmata nei riguardi dell'Europa. E invece si va avanti a slogan e a punti presi senza dare una giustificazione oggettiva alle proprie tesi: per cui l'opposizione dice no perché sarebbero a rischio addirittura i risparmi degli italiani, la maggioranza è divisa fra chi dice no a priori e chi dice si a posteriori ma nessuna delle due parti da una spiegazione oggettiva e incontrovertibile. Il presidente del consiglio rimane preso fra due fuochi all'interno di una maggioranza anomala, come era anomala quella fra M5S e Lega, ma l'anomalia vera è proprio il M5S. E così nella foga di far ripartire l'Italia si pensa a cancellare pezzi di burocrazia ma in maniera sconsiderata e all'Italiana: ecco allora gli appalti liberi fino a 5 milioni di euro e qualcuno già si frega le mani. Insomma la sensazione è come al solito che non ci sia un piano, un progetto di fondo da seguire ma che semplicemente si navighi a vista.

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