martedì 9 giugno 2020

Primi effetti collaterali del Covid-19: da Renzusconi a Renzini


Ora che l'epidemia COVID-19 sta lentamente allentando la morsa sul paese, altrettanto lentamente si sta tornando alla normalità anche nel panorama politico italiano. Doveva cambiare tutto ma, come era prevedibile, non sta cambiando niente. Il buon Salvini, con la scusa della prossime elezioni regionali, sta riprendendo i suoi tour enogastronomici-imbonitori nei quali spara a destra e a manca contro il governo a prescindere. E' di ieri la sua sparata, già preannunciata, nel tour delle marche sulla app Immuni che non scaricherà fino a che il governo non lo illuminerà sui dati raccolti a "sua insaputa" dalla app stessa. Basterebbe leggere la documentazione della app ma poi da che pulpito viene la predica: un politico che sparge dati suoi e dei suoi fans in video, in post, in tweet nei quali non si limita nel citare con nome e cognome i malcapitati. L'altro Matteo invece, persona meno gretta e meno ignorante, si è buttato nella letteratura pubblicando il frutto della sua quarantena: un libro dal titolo accattivante "La mossa del cavallo". I punti cardine del libro non sono altro che tre riesumazioni prese dal centro destra sia dal suo vecchio padre putativo, Silvio Berlusconi, sia dalla suo omonimo Matteo Salvini. Il povero Renzi le studia tutte per decollare oltre quel misero 2% del quale lo accreditano i sondaggi. I tre punti di "forza" della mossa del cavallo sono tre "bombe": il ponte sullo stretto, la riforma costituzionale per l'elezione diretta del premier (mutuati entrambi da Berlusconi) ed il condono per coloro che nascondono denaro contante (mutuata da Salvini). Non c'è che dire tre strategie da vero statista. Sul ponte, unico caso nel mondo, del costo, grazie all'ex cavaliere, di qualche centinaio di milioni di euro anche se non sarà costruito, è già stato detto di tutto ed ormai chiaro anche ai bambini dell'asilo che prima di quella opera c'è ben altro da fare. La riforma costituzionale, con l'elezione diretta del presidente del consiglio, era un vecchio pallino berlusconiano bocciato dal referendum popolare, ripreso in parte proprio ai tempi del governo Renzi e bocciato una seconda volta, rigettato in campo nonostante i disastri ai quali abbiamo assistito proprio da parte degli amministratori eletti direttamente dai cittadini. Presidenti di regione e Sindaci ne hanno combinate di tutti i colori in questi tre mesi mettendosi di traverso al governo centrale e contrastando in tutti i modi i decreti di Conte che bene o male ci hanno portato fuori dall'epidemia. Il terzo punto della mossa è quanto di più offensivo per il paese e per i cittadini onesti un politico possa proporre: condonare chi ha denaro contante nascosto e lo dichiara facendo pagare un piccolo balzello del 10-15%. Una proposta che segue quella di Salvini di azzerare tutto, dalle pendenze ai codici per gli appalti, con l'obiettivo della ripartenza dopo il fermo Covid. Come se Renzi non sapesse che chi ha denaro contante in casa è quasi sicuramente un camorrista, un mafioso, un trafficante di droga che tiene denaro guadagnato illegalmente. L'ennesimo condono, l'ennesima chiusura di un occhio da parte dello stato che con la scusa di reperire fondi non fa altro che incentivare il male principale di questo paese: corruzione, evasione fiscale, abusivismo.
Il vero problema è che, passata o quasi l'epidemia, ci sarà da gestire una notevole quantità di fondi in arrivo dall'Europa e quei fondi fanno gola a tutti ed ecco che tutti affilano le armi per poter avere voce in capitolo nella gestione. Sarà un periodo ad alto rischio corruzione, le mafie organizzate di vario tipo saranno tutte lì pronte per cercare di mettere le mani su questo fiume di denaro e finanziare i loro sporchi affari. Il rischio è notevole, come già si sta vedendo con le innumerevoli inchieste relative ad affari poco chiari conclusi nel periodo Covid, e non sarebbe certo il momento di allentare le normative che già ora consentono manovre poco chiare. Questo è il reale obiettivo di chi non si trova al governo o di chi ci si trova ma vorrebbe aumentare il proprio consenso: politici disposti a tutto per di rimuginare in quel fiume di denaro.

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