martedì 2 giugno 2020

2 Giugno 2020: la festa dei cittadini onesti


Come accade ormai da quando il centro destra arrivò al governo per la prima volta grazie all'allora cavaliere Berlusconi, ogni festa nazionale è diventata la festa della divisione. Da una parte i cittadini onesti, che credono nella democrazia e nella Costituzione, dall'altra i difensori degli evasori, i sostenitori del revisionismo storico e della divisione del paese. Quest'anno, dopo tre mesi di epidemia (non ancora passata del tutto) e dopo oltre 30mila morti, si pensava che qualcosa fosse cambiato nell'atteggiamento del centro destra (ormai diventato solo destra della più becera e pericolosa). E invece siamo ancora una volta alle divisioni. Da una parte il popolo italiano (per fortuna la maggioranza) che crede ancora nella democrazia, che paga le tasse, che in questi tre mesi ha rispettato tutte le restrizioni imposte dal governo, che ha lottato contro il Covid 19 e che sta portando il paese fuori da questa emergenza sanitaria. Un popolo rappresentato dal Presidente Mattarella che anche ieri ha tirato per le orecchie tutta la politica italiana ed in particolare chi in questi mesi non ha fatto altro che mettere i bastoni fra le ruote a chi ha dovuto affrontare un'emergenza mai accaduta. Dall'altra due irresponsabili che proprio oggi, contro ogni regola ancora in vigore per la lotta contro il virus, che chiamano nelle piazze italiane i loro irresponsabili sostenitori. Una pattuglia fatta di evasori fiscali, negazionisti, populisti pronti a mettere a rischio gli sforzi fatti dal governo e dal paese per combattere l'epidemia. Una chiamata in piazza che può avvenire grazie anche alla troppa democrazia di questo paese che permette ad un manipolo di scellerati di non rispettare le norme ancora in vigore per la salute pubblica oltre alle norme emanate dal loro stesso rappresentante nei pochi mesi nei quali è stato al governo. Questi signori chiamano il popolo allo scontro sociale che prima o poi sarà inevitabile se vorremmo averla vinta su due personaggi pericolosi per la democrazia e per la Repubblica

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