lunedì 1 giugno 2020

2 Giugno 2020: una Repubblica da rifondare


Quest'anno la festa della Repubblica capita in un momento particolare alla fine (speriamo) del tunnel emergenza Covid-19. In questi mesi ma soprattutto in queste ultime settimane abbiamo avuto la dimostrazione che la Repubblica Italiana esce dalla epidemia con le ossa rotta. Oggi più che mai s ha la sensazione che più di una repubblica si sia tornati indietro di quasi 1000 anni quando l'Italia era formata da tanti statarelli, i comuni, che però rappresentarono un enorme spinta allo sviluppo economico e sociale. Nel 2020 gli statarelli sembrano essersi moltiplicati in quanto oltre ai comuni ci sono le regioni che escono da questa emergenza come una vera spina nel fianco del paese. I presidenti di regione ed i sindaci hanno vestito i panni impropri dei "governatori", ognuno di loro sentendosi autorizzato a governare il proprio territorio spesso in opposizione alle norme nazionali. Ogni regione, chi più chi meno, anche in queste ore si comporta come se rappresentasse uno stato a se, c'è chi propone di introdurre addirittura un passaporto per transitare nella propria regione, chi minaccia di chiudere i confini (come se la regione avesse poi dei confini), chi intima ai propri cittadini di non andare in vacanze in quel o quell'altro paese, dopo aver per tre mesi emesso ordinanze fra le più assurde. Il governo decideva che i supermercati dovevano stare aperti sabato e domenica ? Bene la regione invece intimava di chiuderli. Il governo stabiliva che si poteva uscire di casa rimanendo entro i 200 metri dalla propria abitazione ? Alcuni sindaci emettevano ordinanze proibendo di uscire. E così via. Spesso poi queste ordinanze ed il loro tono era determinato non tanto da esigenze reali quanto dalla posizione politica del sindaco o del presidente di regione. Insomma un fuoco continuo alimentato poi a livello nazionale da quella che si dovrebbe rappresentare l'opposizione politica al governo mentre in realtà ha sempre vestito i panni del andare in senso contrario al governo facendo anche dei cambi di rotta repentini. Il governo diceva 100, l'opposizione ci vuole 1000, il governo saliva a 5000, l'opposizione che ci voleva 10000. Il governo chiude, l'opposizione affermava che si doveva aprire, il governo apriva, l'opposizione che si doveva chiudere. Una guerra continua sostenuta dall'esecutivo che si è trovato a combattere il virus, a combattere contro regioni e sindaci, a combattere contro i due moschettieri dell'opposizione Salvini e Meloni. E la battaglia non è finita perché i due trovano qualsiasi appiglio per cercare lo scontro anche quando l'appiglio non c'è. Si va delle recenti note dolenti sulle vicende del Consiglio Superiore della Magistratura, alle celebrazioni di domani 2 giugno. Sul Csm i due filibustieri hanno chiesto a gran voce che il Presidente Mattarella intervenisse sciogliendo il Consiglio, tanto che il povero Presidente della Repubblica è dovuto intervenire facendo una piccola lezione di Costituzione ai due e ricordando loro che il Presidente non può sciogliere il CSM. Ecco allora che Salvini-Meloni chiedono di andare a porre una corona all'altare della patria in occasione della festa della Repubblica. Altra richiesta assurda oltre che comica fatta da due personaggi ai quali della Repubblica non è mai importato niente. Il Quirinale è dovuto intervenire ancora ricordando che la posa della corona di fiori all'altare della patria è compito, questo si, del Presidente della Repubblica. Insomma qui si è di fronte non a un'opposizione che fa il proprio lavoro e che sarebbe indispensabile in un paese democratico, ma che cerca solo di mettere un bastone fra le ruote a chiunque sia della parte avversa e qualsiasi siano i provvedimenti, condivisibili o meno, del governo. E purtroppo lo fa calpestando quotidianamente la Costituzione Italiana. Passata l'emergenza il governo si dovrà occuparsi dell'economia ma anche di rifondare la Repubblica, altro che riforme costituzionali: prima di tutto la Costituzione va rispettata e applicata.

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