giovedì 18 ottobre 2018

La terza Repubblica: quella dei ponti, dei tunnel e delle manine


Gli italiani negli ultimi 25 anni ne hanno viste e sentite di tutti i colori da parte della politica e delle varie maggioranze che si sono avvicendate al governo del paese. Un decadimento continuo nei confronti della prima repubblica sia di stile che di intelligenza politica che di dialettica. Nella seconda repubblica, iniziata con il primo governo Berlusconi, tutto è cambiato ... in peggio ... e nella così detta terza repubblica, iniziata più o meno da tre mesi, il cambiamento ... in peggio ... è inesorabilmente continuato. Si pensava per esempio di aver toccato il fondo di questi comportamenti, che in realtà esulano dalla politica vera e propria, con la vicenda Ruby dell'ex presidente del consiglio Silvio Berlusconi. In quella vicenda il buon Silvio si mosse per tentare di liberare dal fermo di polizia una ragazzota marocchina che, per sbarcare il lunario, faceva la escort, in quanto la ragazza era ancora minorenna quando aveva incrociato Berlusconi. Purtroppo l'intervento non passò sotto silenzio e per difendersi il presidente del consiglio non trovò di meglio che far credere a tutti che lui pensava che quella ragazza fosse la nipote di Mubarak, per altro egiziano e non marocchino, e di essere intervenuto per scongiurare una crisi internazionale. Si arrivò addirittura ad un voto parlamentare che sancì definitivamente la "presunta buona fede" di Berlusconi sulla parentela di Ruby con Mubarak. Una vicenda vergognosa per un verso e comica per altri versi. Si pensava che con quella vicenda si fosse toccato il fondo in quanto a maltrattamento e ridicolizzazione delle istituzioni, ma non sapevamo cosa ci aspettava. E così siamo arrivati ai giorni d'oggi dove un partito di maggioranza si rende, per fortuna, ridicolo da solo dimostrando che al peggio non c'è mai fine. In tre mesi ne hanno combinate diverse dal ponte autostradale di Genova da ricostruire ma con un nuovo ponte vivibile dove insieme a migliaia di Tir e auto si vorrebbero insediare negozi, ristoranti, bar e aree giochi per bambini, per passare al dossier del tunnel del Brennero dove il traffico su gomma è notevole se non fosse per il fatto che quel tunnel non esiste, ed arrivare alla legge di bilancio ed al decreto fiscale approvato lunedì dal governo per poi scoprire che il testo uscito è diverso da quello discusso dal consiglio dei ministri. L'assurdo è che il buon Di Maio, viceministro, annuncia questo fatto increscioso nella sede demonizzata da sempre dal M5S, la televisione, mostrando tre righe evidenziate di un testo che non avrebbero dovuto esserci. Poi accusa una fantomatica "manina" stile famiglia Addams di aver cambiato il testo che poi sarebbe stato inviato al Presidente della Repubblica. Sarebbe perché il Quirinale prontamente afferma di non aver ricevuto il testo. Ma il grottesco non termina: il buon Di Maio annuncia una denuncia alla Procura, una denuncia che non potrà essere che contro se stesso o contro il governo del quale fa parte. La realtà è che il M5S, dopo i bagordi dal terrazzo di Palazzo Chigi, le cene sul barcone del Tevere, e i festeggiamenti davanti al Parlamento è arrivato al consiglio dei ministri con la mente annebbiata e poco sobrio firmando un decreto che metteva in campo un condono anche per mafiosi e per i capitali all'estero. Lo hanno firmato e non se ne sono resi conto se non quando i propri militanti si sono ribellati ed allora stanno goffamente tornando indietro accusando non si sa chi di aver cambiato il testo approvato. Insomma dopo Ruby ci mancavano le manine e la famiglia Addams. Qualcuno dice "Lasciamoli lavorare" no questi vanno fermati prima che combinino altri guai.

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