lunedì 8 febbraio 2016

Chi fa le primarie migliori .... scagli la prima pietra ...


Nonostante i gravi problemi economici (borse sempre più giù e piccoli risparmi che si volatilizzano, ripresa questa sconosciuta) e non solo (legge sulle unioni civili) del paese, le due maggiori formazioni politiche se le danno di santa ragione anche su aspetti secondari e di poco interesse per il cittadino comune come le primarie. Ieri si è conclusa l'ennesima farsa delle primarie del partito democratico (questa volta per la candidatura a sindaco di Milano) da quando è entrato nella scenza politica l'attuale segretario nonché presidente del consiglio Matteo Renzi. Ormai alle prima del Pd partecipano cani e porci compresi coloro che poi non potranno votare quando si tratterà di votazioni vere. A Milano sono scesi in campo i cinesi che sono andati a votare senza sapere né per cosa né perché avendo un solo nome in testa: Sala. Che poi avranno capito almeno che si trattava di un uomo o forse, considerata la loro totale mancanza di pronuncia della R, pensavano di andare a votare per Sara. L'ennesima sceneggiata dopo la Campania e la Ligura nel nome di una presunta democrazia comprata a suon di promesse o addririttua di qualche euro. Qualche cinese è stato beccato a scattare una foto al documento d'indentità con vicino la scheda per il voto a dimostrare di aver ottemperato a quanto dovuto. Il leader del Movimento 5 Stelle non si è fatto scappare l'occasione per mettere nero su bianco nel proprio blog l'ennesimo scandalo delle primarie farsa e naturalmente è stato subito beccato dal giovanotto di Firenze accusandolo di scegliere i candidati con 50 click. In effetti anche le primarie del M5S sono abbastanza ridicole soprattutto per i numeri dei votanti, ma almeno in quel caso votano solo gli iscritti e non chiunque si presenti con un documenti o 2 euro ai gazzebo come nel caso del Pd. Insomma due sceneggiate fra le quali resta difficile scegliere la peggiore. In questo caos democratico la sinistra trova bene il modo per "suicdarsi" facendo una specie di karakiri elettorale: i due candidati opposti a Sala infatti si sono spartiti un bacino di voti che molto probabilmente sarebbero stati sufficienti per battere il candidato del Pd qualora a sinistra se ne fosse presentato uno solo. Nemmeno l'esperienza passata, quella del 2011 che porto alla elezione di Pisapia, è servita a qualcosa e i due galletti della giunta guidata appaunto da Pisapia si sono scannati perdendo entrambi la possibilità di continuare quella esperienza. Ed ora a meno di sorprese Milano avrà un sindaco di destra travestito da uomo di sinistra sotto l'egida del Partito Democratico, sullo stile ormai consolidato della politica renziana. Auguri.

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