martedì 12 gennaio 2016

Lo statista: una specie di politico ormai estinta in Italia


Non esiste una definizione unica per il termina statista ma fra quelle più utilizzate direi che questa ne rappresenta bene il concetto: "Un politico guarda alle prossime elezioni; uno statista guarda alla prossima generazione. Un politico pensa al successo del suo partito; lo statista a quello del suo paese". Stando a questa definizione che pone l'accento fra un politico ed uno statista e ripercorrendo la storia dell'Italia degli ultimi 25 anni non risulta difficile concludere che la razza dello statista è una specie ormai estinta nel nostro paese. Oggi questa affermazione è più che mai esatta se si considera il comportamento e l'atteggiamento del presidente del consiglio Matteo Renzi nei confronti per esempio delle riforme costituzionali che saranno oggetto di un prossimo referendum. E chi se non il capo del governo dovrebbe incarnare il vero e proprio statista ? Chi se non il capo del governo dovrebbe avere una visione a lungo termine delle sorti del paese e dovrebbe garantire un futuro al paese stesso ed alle nuove generazioni ? Naturalmente si potrebbero avere visioni diverse sul come e sulle azioni da mettere in campo per garantire un reale futuro allo stato che si sta governando, ma questo futuro dovrebbe reppresentare l'obiettivo verso il quale indirizzare l'azione di governo. Ma in Italia non è così e non lo è non solo per la dubbia efficacia delle azioni del presidente del consiglio ma anche per le sue palesi dichiarazioni. L'esempio più controverso di questi giorni è il mancato provvedimento per la cancellazione del reato di clandestinità. Un reato che molti pensavano già cancellato grazie alle varie dichiarazioni e polemiche di alcuni mesi fa ma che in realtà in questi giorni si è scoperto non essere così e soprattutto che non sarà così. La cancellazione è stata rimandata perché altrimenti "si perdono voti" Parola di Renzi. Ma l'estinzione della specie si evince anche da altri fatti e non solo a causa del comportamento di Renzi. La riforma costituzionale che presto sarà sottoposta a referendum ne è un altro esempio lampante. Il presidente del consiglio ha già iniziato a trasformare il futuro referendum in un voto pro o contro la sua persona strasvolgendone la natura della più importante consultazione popolare prevista dalla nostra carta costituzionale. E in questo giochino del politico, sono caduti anche tutti gli altri del fronte del no che già parlano di votare no per mandare Renzi a casa. Qui non si tratta di votare a favore o contro Renzi, ma a favore o contro una riforma che stravolgerà la nostra carta costituzionale condizionando la democrazia nel nostro paese per i prossimi anni. Renzi potrà rimanere o andare via ma la Costituzione poi ce la teniamo e abbiamo visto quanto sia difficile modificarla. Renzi sa benissimo che la riforma che sarà approvata dal Parlamentp è una pessima riforma che porterà il paese indietro di oltre 60 anni e sa anche che metterla sul piano personale è l'unico modo per farla passare indenne al voto, ma se anche gli oppositori trasformano questo voto come un modo per mandare a casa il Presidente del consiglio ... non c'è scampo la riforma passa e Renzi vincerà questa battaglia a discapito di tutto il paese. Insomma gli statisti sono completamente assenti sia fra le fila della maggioranza che fra quelle dell'opposizione ed in queste condizioni il futuro è a totale rischio e pericolo.

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