mercoledì 20 gennaio 2016

Renzi ed il vizietto del copiare


A chi, fra coloro che hanno superato gli anta, non è mai capitato di copiare a scuola ? Più o meno a tutti. La tecnologia era quella che era e per esempio nel caso di compiti in classe di italiano, il massimo era avere una specie di cartuccera con tanto rotolini di carta ognuno dei quali conteneva lo svolgimento di un probabile tema. Bei tempi quelli. Ma l'arte del copiare non ha età ed anche oggi viene praticata, magari con strumenti più sofisticati, dagli studenti del terzo millennio e non solo. Un'arte che ha raggiunto la sua massima espressione con il presidente del consiglio Matteo Renzi. Il grande comunicatore proprio in queste ore sta preparando un decreto per la pubblica amministrazione in merito alla possibilità di licenziamento che altro non è, salvo qualche piccola modifica, che una copia della legge vigente voluta dall'ex ministro Renato Brunetta. Renzi  non  è nuovo a questa opera di copiatura: il suo jobs act e la sua presunta riforma della scuola sono provvedimenti copiati pari pari da documenti della confindustria. Certo poi lui da grande spara balle che è, sia per quantità che per qualità, ha infarcito i suoi provvedimenti con slides, annunci, effetti speciali tanto da sembrare proprio farina del suo sacco quando in realtà il sacco era stato appena trafugato ad altre menti. Ora si appresta, sembra domani 20 gennaio 2016, ad emanare un decreto per "rendere possibile il licenziamento del dipendente pubblico truffatore" quello cioè che per esempio timbra il cartellino e non risulta presente sul posto di lavoro. E' circa una settimana che bombarda il paese con questa storia come se i dipendenti pubbblici fossero tutti dei truffatori ma soprattutto come se questa norma non esistesse già. Quindi il governo emanerà un decreto che prevede provvedimenti disciplinari come il licenziamento già previsti dalla normativa vigente. La sua novità sarà che il tutto averrà in 48 ore come se il problema fosse solo una questione di tempi quanto invece una questione di applicazione di una legge che già esiste. Ma è vero che nella pubblica amministrazione non si licenzia ? No è falso considerato che su 6.935 provvedimenti disciplinari, ci sono stati 1.766 proscioglimenti, 1.393 sospensioni e 220 licenziamenti di cui 99 per assenteismo. Quindi il problema non è certo "introdurre" un provvedimento che già è in vigore, quanto piuttosto capire se il provvedimento è utilizzato nei casi previsti dalla legge e se non lo è perché (indagando però non solo sul funzionario o sul dirigente ma anche sul politico che solitamente garantisce la propria copertura al dipendente inadempiente) e quindi valutare il tempo che solitamente intercorre affinché il provvedimento arrivi a conclusione. Introdurre una norma doppione non fa altro che aumentare la burocrazie e rendere tutto più faragginoso e poco chiaro, insomma dare la sponda giusta affinché chi non fa il proprio dovere continui a non farlo.

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