venerdì 28 novembre 2014

Da Berlusconi a Salvini passando per Grillo e Renzi


La trasformazione avvenuta dal 1993 in poi dei partiti da organizzazioni con progetti politici e ideali da perseguire a organizzazioni ad personam che fabbo riferimento esclusivo al capo del momento è probabilmente alla base del disastro di questi mesi delle tre maggiori formazioni uscite dalle ultime elezioni politiche. Le motivazioni dello sfascio sono diverse ma hanno comunque alla base la trasformazione di un movimento politico in un movimento guidato da un capo al quale tutti fanno riferimento ed ubbidiscono ed è quindi inevitabile che quando il capo vacilla le ripercussioni si facciano sentire su tutta l'organizzazione. Forza Italia, il Movimento 5 Stelle ed il Partito Democratico stanno passando per questa fase con un capo che pensa di fare il bello ed il cattivo tempo, che non sopporta eventuali dissensi con il risultato di dare vita a lotte interne che poi si riflettono sull'attività del partito e nei risultati elettorali. Il tutto a vantaggio di un'altra formazione o meglio di un altro capo che inizia ad avere successo non tanto per le sue idee quanto per saper sfruttare il momento di debolezza degli altri. In Forza Italia il condannato non molla e cerca di tornare in sella quando avrà terminato di scantare il suo anno ai servizi sociali per tentare di mettere al quirinale un uomo di fiducia senza aveer abbandonato l'idea di andarci lui stesso. Ma su questa strada gli si mette di traverso qualche giovane rampante che vede andare al vento la propria carriera piolitica in virtù di una china discendente nei risultati elettorali. Il Movimento 5 Stelle è nato sull'onda della protesta verso un sistema politico corrotto a tutti i livelli ma senza delle solide fondamenta. Il successo è venuto grazie alle sparate di un comico che ha usato il malcontento per dare vita ad un business incentrato sul blog e su delle regole ferree in grado di metterlo al riparo da eventuali dissidenti. Il risultato elettorale eccezionale ed inaspettato ha messo a nudo l'inadeguatezza del movimento ad assolvere agli impegni che quel voto richiedeva. Il comico ha continuato a fare il bello ed il cattivo tempo perdendosi in faccende secondarie ed interne che hanno oscurato l'attività parlamentare di opposizione (in certi momenti veramente ottima) del gruppo 5 stelle. Il Partito Democratico si è venduto ad un democristiano figlio del condannato senza rendersi conto che il fiorentino, reduce da accordi segreti con il condannato (nemmeno tanto segreti considerato che si era già seduto a tavola con l'ex cavaliere nella sua residenza milanese), avrebbe messo in atto il programma politico che Berlusconi non era riuscito a portare a termine. Si è battuto per far votare chiunque alle primarie e così è diventato segretario del partito per poi affondare la pugnalata finale a Letta ed arrivare alla presidenza del consiglio. Da quella posizione ha iniziato a mettere in atto il suo disegno e solo allora quella minoranza ancora ancorata ai principi della sinistra di un tempo si è resa finalmente conto del disastro che si stava perpretando. Il PD, figlio del più grande partito comunista europeo, si è spostato a destra e contro quelle classi sociali delle quali era stato da sempre lo strenuo difensore fino ad arrivare alla Caporetto delle elezioni regionali in Emilia Romagna. Nella regione che era la più rossa d'Italia, l'elettorato di sinistra ha abbandonato il partito preferendo non andare a votare piuttosto che dare il voto ad altri. In questo marasma generale ecco il nuovo leader che si fa strada a raccogliere i cocci degli altri partiti: Matteo Salvini. Il successo di un partito come la Lega è veramente agghiacciante soprattutto se si manifesta in una regione come l'Emilia Romagna. Razzista, fascista, xenofobo, omofobo, e chi più ne ha più ne metta, Salvini riesce a mietere consensi dimostrando quanto ormai spesso l'elettore medio abbia bisogno di parole forti anche se prive di contenuti o quanto meno di progettualità. Anche Salvini come Berlusconi, come Grillo ed in parte come Renzi lancia proclami (fuori dall'euro, bloccare l'immigrazione, aliquota irpef unica per tutti, etc. etc.) ma non fornisce dettagli su come ed in che modo raggiungere questi obiettivi. Ecco questo è il panorama mentre nel paese è in atto uno scontro sociale senza precedenti, il lavoro continua a mancare, l'impoverimento è inesorabile ma le classi privilegiate, politici compresi, non rinunciano ai propri privilegi.

Nessun commento: