lunedì 24 novembre 2014

Il Partito democratico preso a schiaffi nella sua regione


I risultati elettorali sono sempre stati oggetto di analisi diametralmente opposte da parte di ogni politico, nel nostro paese un'analisi seria è una specie di chimera soprattutto se a fare questa analisi è un segretario di partito o un presidente del consiglio. Figuriamoci cosa accade se le due figure si concentrano in una sola persona. Ecco che Renzi analizza i risultati delle elezioni regionali in Emilia e Calabria con due sole parole: "Netta vittoria". E come dargli torto: il PD rimedia il 50% in emilia e il 61% in calabria fra l'altro riconquistando questa regione. Ottimo si dirà fermandoci a queste percentuali. Poi però si scopre che l'astensione è al 60% e che la percentuale dei votanti è del 37% in Emilia (ex regione rossa) e del 44% in Calabria. Si scopre che in Emilia il Partito Democratico ha perso oltre 300.000 voti e che in Calabria ha vinto con gli stessi voti circa 160.000 con cui perse nel 2010, insomma un vero e proprio disastro che rappresentano il risultato di quasi un anno di renzismo. Certo ad un politico fa comodo sottolineare la vittoria nelle due regioni, ma ad un statista dovrebbe stare più a cuore la partecipazione democratica al voto e se in una elezione si raggiunge il 60% di astensione, fatto mai avvenuto in Italia, anche la vittoria dovrebbe passare in secondo piano. D'altra parte questo test elettorale non ha che confermato quanto avvenuto alle europee dove il Partito Democratico di Renzi ha si vinto quelle elezioni ma le ha vinte semplicemente in virtù dell'astensione in quanto il calo di voti rispetto alle precedenti europee è stato di qualche milione di voti. Il disastro Renzi per il Partito Democratico continua ed altro che "netta vittoria", si tratta piuttosto di una netta caduta di consensi.

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